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«Sarebbe ora che gli ospedali venissero incontro a persone con disabilità intellettive o autismo»

Tutti i gruppi del Consiglio comunale chiedono che a Mondovì si adotti il modello "DAMA"

«Sarebbe ora che l'Ospedale venisse incontro a persone con disabilità intellettive o autismo»

«L’accesso alle cure ospedaliere rappresenta un diritto fondamentale per tutti. Tuttavia, molte persone con gravi disabilità intellettive e/o autismo vedono spesso questo diritto, di fatto, disatteso».

L'intero Consiglio comunale di Mondovì fa quadrato su questo punto. All'attenzione dell'Amministrazione - chiaramente concorde sul tema, ça va sans dire - arriva un ordine del giorno che è stato firmato da tutti i gruppi consigliari, di maggioranza (coi consiglieri Roberto Ganzinelli, Davide Blengini, Erika Chiecchio, Enrico Priale, Laura Barello e soprattutto, nome "di area" in quanto medico, Maurizio Ippoliti) e di minoranza (Cesare Morandini, Davide Oreglia, Enrico Rosso, Carluccio Cattaneo e Rocco Pulitanò).

Cosa chiedono? Che l'Ospedale di Mondovì "Regina Montis Regalis" adotti il cosiddetto Modello "DAMA": "Disabled Advanced Medical Assistance", un sistema sanitario organizzato per garantire un accesso facilitato e personalizzato alle cure ospedaliere per persone con gravi disabilità intellettive e/o autismo e pertanto con gravi difficoltà di comunicazione e collaborazione.

Cosa prevede il modello DAMA?

«Il Modello "DAMA" mette a disposizione un sistema coordinato che inizia con un centralino quale “triage” telefonico, prosegue con la presa in carico diretta da parte di un ambulatorio specificamente organizzato all’interno dell’ospedale e si affida a un’équipe multidisciplinare opportunamente formata, evitando ricoveri inappropriati e accessi ripetuti al
Pronto Soccorso».

Un modello avviato dal 2000 presso l’Ospedale San Paolo di Milano che, nel tempo, si è diffuso spontaneamente in diverse regioni italiane, tra cui Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Umbria, Puglia e Calabria, dimostrandone l’efficacia sia in termini di qualità delle cure che di ottimizzazione delle risorse sanitarie-.

E precisano: «Qui non si tratta di "creare reparti specifici per le persone con disabilità". Al contrario, di mettere in grado l’ospedale così com’è di fornire una gestione appropriata a tali persone sotto tutti i punti di vista, non solo medico».

E ancora: «Non rappresenta un costo aggiuntivo, ma un investimento che permette una gestione più efficace delle risorse sanitarie, riducendo gli accessi impropri al Pronto Soccorso, le ospedalizzazioni evitabili e garantendo una programmazione più efficiente delle cure».

Le ragioni di un'attenzione

Le famiglie e le associazioni impegnate per la tutela dei diritti della disabilità intellettiva/autismo hanno espresso un forte interesse e una pressante richiesta di attuazione di questo modello. Tanto che, lo scorso dicembre, si è costituita la Rete Obiettivo D.A.M.A a Torino, composta ad oggi da ben 29 organizzazioni attive per l’attuazione di questo modello nel territorio
piemontese.

Ci sono persone che, a causa del loro funzionamento o di condizioni specifiche, posso sentirsi in difficoltà nel collaborare, nel sottoporsi a visite e procedure mediche, nel comunicare i propri sintomi e la propria condizione. «Queste difficoltà si scontrano con barriere fisiche, organizzative e culturali che permangono (anche) all’interno del Servizio Sanitario Nazionale. Si scontrano in pratica con un sistema ospedaliero lontanamente organizzato secondo le loro esigenze e diritti», scrivono i consiglieri.

Il Piano socio-sanitario 2025-2030 della Regione Piemonte, approvato dalla Giunta Regionale nel luglio scorso, a p. 69 afferma che: “Anche la Regione Piemonte intende promuovere l’applicazione del modello DAMA, integrandolo nella propria rete ospedaliera e favorendo la diffusione di percorsi dedicati che riducano i tempi di attesa, migliorino la qualità dell’accoglienza e garantiscano una presa in carico efficace e continuativa.” e, a seguire, che: “L’adozione del modello DAMA costituisce, dunque, una leva strategica per il rafforzamento di una sanità realmente inclusiva, in grado di garantire eguaglianza sostanziale nell’accesso e nella fruizione dei servizi sanitari.”

Il Centro Autismo di Mondovì, eccellenza nazionale

Non bisogna dimenticare che l'Ospedale di Mondovì ha al suo interno un'eccellenza come il "CASA": il Centro Autismo e Sindrome di Asperger, diretto dal dottor Maurizio Arduino, servizio ambulatoriale rivolto a minori con disturbi dello spettro autistico, riconosciuto a livello nazionale per la sua eccellenza.

L'équipe del Centro è multiprofessionale ed è composta da psicologi, medici neuropsichiatri infantili, logopedisti, terapisti della neuropsicomotricità ed educatori, tutti con una formazione specifica nei disturbi dello spettro autistico. Presso il Centro vengono effettuate diagnosi, consulenze e trattamenti per minori residenti nel territorio della ASL CN1 e, su invio degli psicologi o dei medici NPI della propria ASL, consulenze per minori residenti in altre ASL. Vengono inoltre effettuate consulenze per soggetti adulti con disturbi dello spettro autistico residenti nell'ASL CN1.

«Riteniamo - scrivono i consiglieri - l’implementazione del DAMA negli ospedali piemontesi sia è un’azione necessaria e urgente per garantire pari opportunità di accesso ai servizi sanitari alle persone con disabilità. E chiediamo che l'Amministrazione si impegni a sostenere le iniziative avviate dalla Regione Piemonte per l’implementazione del modello D.A.M.A. o di altro analogo modello accoglienza e assistenza medica ospedaliera per le persone con disabilità in uno o più ospedali regionali, individuando le strutture più idonee e - tra queste - l’Ospedale di Mondovì».

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