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01 Settembre 2025 - 11:45
«Evidentemente i "Dem" saviglianesi hanno toccato un nervo scoperto». Così i consiglieri provinciali del Centrosinistra Davide Sannazzaro, Stefania D’Ulisse, Loris Emanuel, Alberto Gatto, su un tema di cui si discute da qualche settimana: la tessera "Piemove". «È anche seguita a stretto giro la presa di posizione del Patto Civico di Robaldo, che in Consiglio Provinciale ribadirà i limiti dell’attuale progetto “Piemove”, richiedendo correttivi - ribadisce il PD -. Condividiamo pienamente questa posizione e pertanto anche l’ordine del giorno presentato dai consiglieri provinciali del Patto Civico per la Granda, i quali come noi riconoscono che “Piemove” sia un aiuto concreto per la mobilità sostenibile e il diritto allo studio, ma parziale e mal attuata poiché troppi studenti – sia universitari pendolari sia delle scuole superiori – ne sono esclusi».
È un titolo di viaggio che consente agli studenti universitari under 26 di viaggiare gratuitamente sui mezzi del trasporto pubblico locale urbano nei Comuni capoluogo del Piemonte che hanno aderito all’iniziativa: Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Vercelli. Per il Comune di Torino il titolo è valido anche per il servizio suburbano di GTT e il servizio ferroviario tra le stazioni del Comune di Torino, incluso il collegamento con Grugliasco.
Tuttavia una città come Mondovì, con la sede decentrata del "Poli", per ora non è inclusa. Forse la copertura economica non sarebbe stata sufficiente. Vero è che gli studenti universitari del Politecnico monregalese che usano i mezzi, come la funicolare, non sono tanti. per contro, sarebbe stato un bel segnale proprio nella fase in cui il "Poli" di Mondovì - non senza fatica - sta cercando di trovare una sua "identità" per consolidare la sua presenza nel panorama accademico piemontese.
Scrive il circolo PD saviglianese: «A Savigliano, ad esempio, dove hanno sede corsi universitari di Scienze della Formazione Primaria, Scienze dell’Educazione, Educazione Professionale e Tecniche Erboristiche, non è previsto alcun beneficio. Lo stesso vale per Pollenzo, sede dell’Università di Scienze Gastronomiche e per poli come Ivrea, Alba o Verbania. Tutti territori dove il diritto allo studio e alla mobilità si scontra con la barriera economica dei trasporti. Ancora più penalizzati risultano gli studenti delle scuole superiori: migliaia di ragazzi che ogni giorno percorrono decine di chilometri per raggiungere città medie come Cuneo, Alba, Bra, Savigliano, Fossano, Saluzzo o Mondovì. Per loro la misura Piemove non prevede nulla, nonostante rappresentino una delle fasce più numerose e vulnerabili della popolazione pendolare. Così la Regione finisce per favorire chi è già in posizione privilegiata: chi vive in città, con accesso diretto al trasporto urbano. Al contrario, chi abita in provincia affronta costi elevati e disagi quotidiani. Una scelta che accentua le disuguaglianze territoriali e scoraggia la permanenza nelle aree interne».
L'assessore regionale Gabusi ha replicato molto duramente: «Chi non ha mai fatto sconto agli studenti ora si permette di criticare».
«La misura Piemove varata dalla Regione Piemonte - era la posizione del "Patto Civico" - è certamente meritoria poiché rappresenta un'iniziativa concreta a sostegno della mobilità sostenibile e del diritto allo studio: incentivare l'utilizzo del trasporto pubblico, rendendolo gratuito per molti studenti universitari, da un lato è utile per sensibilizzare i giovani riguardo la necessaria riduzione dell'impatto ambientale correlato al trasporto mediante veicoli privati, dall'altro è un aiuto concreto dal punto di vista economico in quanto consente un risparmio sensibile per tante famiglie piemontesi. Tuttavia occorre ricordare che vi sono moltissimi studenti universitari che studiano in provincia, i quali sono tagliati fuori dalla misura Piemove».
Scrive "La nostra Provincia": «La Nostra Provincia chiede alla Regione di superare ogni atteggiamento di chiusura e di accogliere questo invito al confronto, lavorando per rendere “Piemove” davvero capillare, equo e inclusivo. Sarebbe l’occasione concreta per dimostrare che lo slogan “studiare è un diritto, muoversi anche” può diventare una responsabilità reale e un impegno verso tutti i giovani piemontesi, specie se residenti novelle aree interne».
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