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02 Agosto 2025 - 18:23
Foto di Federazione Italiana Nuoto
C’è un momento, nella carriera di ogni atleta, in cui il sogno incontra la realtà. Per Sara Curtis, giovane nuotatrice di Savigliano, quel momento è arrivato a Singapore, sotto le luci accecanti del Mondiale e il peso leggero ma deciso di un costume azzurro che vale un’intera nazione. Appena diciott’anni, Sara è partita con gli occhi pieni di adrenalina e la vasca da dominare.
Nei 100 metri stile libero, la distanza che misura resistenza, ritmo e sangue freddo, è entrata in finale mondiale, la prima italiana a riuscirci. Alla prima partecipazione assoluta tra i grandi, ha chiuso ottava, con un po' di rammarico, ma in un contesto dove la sola presenza è già una medaglia simbolica. Corre con le migliori, tiene la linea, si prende la scena. Ed è solo l’inizio.
Non c'è delusione nel suo sguardo, solo consapevolezza nuova.
“La medaglia non era impossibile. Ora lavorerò a testa bassa per arrivarci”.
Parole semplici, ma pesanti come i secondi in una finale mondiale. È questo il tratto distintivo di Sara Curtis: ambizione silenziosa, fame composta. Non urla mai, ma lascia il segno. E quel segno resta.
Nelle batterie dei 50 metri stile libero, Sara voleva "spaccare". Ogni bracciata è stata un colpo al cronometro. Alla fine ha toccato la piastra in 24.41: nuovo record italiano, due centesimi meglio di se stessa. Il primo urlo arriva dagli spalti. Il secondo è dentro di lei, ma non lo fa sentire. È terza assoluta, in mezzo a nomi che hanno già toccato il podio mondiale. In semifinale, però, arriva la beffa più crudele: 24.48, fuori dalla finale per tre centesimi di secondo. Un niente. Un battito. Una virgola tra lei e un altro passo nella storia. E questa è una delusione, perchè anche lei si aspettava di più.
“I 50 sono una gara particolare, in cui ogni dettaglio deve essere perfetto. Sapevo che non era facile entrare in finale. Imparerò molto da questo piccolo passo falso“, ha dichiarato.
Ma Sara non è solo individualità. È anche cuore di squadra. Nelle staffette 4×100, sia mista che femminile, è tra le protagoniste di un'Italia che cresce, un movimento che ha fame di rinascita. Nella 4x100 mista mista, il suo apporto è stato prezioso per arrivare in finale e centrale un nuovo record italiano.
Nella mista 4×100 sile libero, insieme a Frigo, D’Ambrosio e Menicucci, l’Italia ha chiuso quarta, anche qui con un nuovo record nazionale. Inutile dire che c'è rammarico per una medaglia, la prima ad un Mondiale, sfiorata di un soffio in una finale vera. Ma il sorriso di Sara a termine della gara, l'abbraccio con compagni e compagne che si fidano di lei, è il segnale di cosa ci può riservare il futuro.
Sara, a soli 18 anni (19 tra pochi giorni, il 19 agosto) è già diventata, senza proclami, il nuovo volto della velocità azzurra. Ha nuotato più volte sotto i 54 secondi nei 100 stile nel solo 2025. A Singapore ha preso confidenza con il mondo dei grandi. Ha sofferto, magari ha dovuto fare i conti con tensioni ed emozioni mai provate, anche con le delusioni (la mancata finale dei 50 su tutte). Ma ha anche fatto capire a tutti che il futuro è già qui. Non ha (ancora) portato medaglie. Ma ha portato qualcosa che vale di più: la certezza che l’Italia ha in casa una campionessa capace di correre il tempo, e vincerlo.
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