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«Dopo la seconda canna Frejus ora quella del Monte Bianco»

L’appello di Uncem, anche per i rimborsi permanenti ai territori attraversati da autostrade

«Dopo la seconda canna Frejus ora quel Monte Bianco»

La seconda canna del Frejus

 «La seconda canna del Frejus è certamente una notizia importantissima per il Piemonte e per i collegamenti dell'Italia con la Francia. Sui passaggi a nord-ovest Uncem lavora da 15 anni, grazie a un impegno fortissimo sul tema, tra gli altri, di Lido Riba e di Franco Revelli. Ora è venuto il momento, dopo lo sblocco della variante di Demonte e del Tenda, di programmare urgentemente la seconda canna del tunnel del Monte Bianco, necessaria e decisiva per i legami. Inoltre, Uncem si augura che il Ministero dei Trasporti, con tutto il Governo, possa finalmente mettere mano alla dimensione culturale e politica delle autostrade e delle loro concessioni. È grave i territori attraversati abbiano nulla in cambio».

Quell'inquinamento e il complessivo impatto devono essere compensati con rimborsi permanenti. Con una percentuale della tariffa dei pedaggi pagata dai mezzi in transito, così come nei trafori, a partire dal Frejus, che torna ai territori. Per manutenere pezzi di strade che vanno verso quelle autostrade piuttosto che per azioni sulle foreste e sull'assorbimento di inquinamento proprio nelle zone rurali e forestali solcate dalle autostrade. Si tratterebbe di un meccanismo evoluto, generativo, pronto per dire che i territori non sono spettatori, o meri destinatari di qualche opera compensativa quando l'infrastruttura viene realizzata. Bensì sono protagonisti dello sviluppo, che passa dalle infrastrutture e ha bisogno di essere efficacemente riconosciuto. Un diritto». Lo affermano Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte, e Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, a 24 ore dall'inaugurazione della seconda canna del Frejus.

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