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«Il nostro presidente Ab Amajou è ancora in carcere in Israele, chiediamo il rilascio immediato»

L’attivista braidese di origini carrucesi imbarcato sulla Flotilla ha rifiutato il foglio di via per l'espulsione e si trova nel carcere di Ketziot. L'appello di ActionAid Italia

«Il nostro presidente Ab Amajou è ancora in carcere in  Israele, chiediamo il rilascio immediato»

È ancora detenuto in Israele Abderrahmane Amajou, conosciuto da tutti come Ab Amajou, presidente di ActionAid Italia, residente a Bra ma originario di Carrù. L’attivista, impegnato da anni sui temi dei diritti umani e della giustizia sociale, si trova in carcere dopo aver rifiutato di firmare il foglio di via per l’espulsione immediata dal territorio israeliano.

Amajou aveva preso parte, a titolo personale, alla Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria internazionale diretta verso Gaza per chiedere la fine del blocco e portare solidarietà alla popolazione palestinese. Le imbarcazioni, disarmate e civili, sono state attaccate in acque internazionali e i volontari sequestrati dall’esercito israeliano.

 

Secondo quanto comunicato da ActionAid, l’attivista piemontese si troverebbe nel carcere di Ketziot, nel deserto del Negev, insieme a centinaia di altri volontari internazionali e italiani che hanno fatto la stessa scelta di non firmare il rimpatrio.

L’organizzazione è in costante contatto con la Farnesina e l’Unità di Crisi del Ministero degli Esteri per avere informazioni sulla salute e sulle condizioni di detenzione di Amajou.

“Chiediamo il rilascio immediato di tutti gli attivisti detenuti in Israele contro ogni principio del diritto internazionale e senza avere commesso alcun reato. Chiediamo che sia liberato subito il nostro presidente e che il Governo si adoperi con ogni mezzo necessario per riportarlo a casa sano e salvo”, dichiarano Katia Scannavini e Lorenzo Eusepi, co-segretari generali di ActionAid Italia.

Non è ancora nota la data del rilascio, e cresce l’apprensione tra i familiari, gli amici e la comunità braidese e carrucese, che in queste ore stanno esprimendo vicinanza e solidarietà.

 

Per ActionAid, la vicenda della Global Sumud Flotilla rappresenta “un attacco all’aiuto umanitario e alla solidarietà internazionale”:

“Navi e barche disarmate sono state attaccate in acque internazionali, i volontari sequestrati come criminali. La voce collettiva che chiede la fine del genocidio della popolazione palestinese non potrà essere fermata. Ora più che mai bisogna tenere alta l’attenzione su Gaza e sull’emergenza umanitaria che sta colpendo milioni di civili.”

ActionAid continua intanto il suo impegno nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, garantendo acqua, cibo, kit igienici, supporto psicologico e tutela dei diritti umani, attraverso il proprio staff palestinese e una rete di associazioni locali di donne, giovani e attivisti.

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