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Nel paese delle Masche, dove gli abitanti aprono le porte di casa e la bagna cauda si mangia insieme

Durante la Veglia di San Martino, Paroldo diventa una grande famiglia: i cittadini accolgono gli ospiti nelle loro cucine per condividere il sapore della tradizione

Nel paese delle Masche, dove gli abitanti aprono le porte di casa e la bagna cauda si mangia insieme

A Paroldo, nell’Alta Langa, la bagna cauda non è solo un piatto, ma un gesto d’amore. Ogni anno, durante la Veglia di San Martino, il paese si accende di profumi, voci e sorrisi: le famiglie aprono le porte delle loro case e accolgono chi arriva con la semplicità di un tempo, invitando a sedersi a tavola, davanti a una scodella fumante e a un bicchiere di vino rosso.

E proprio in questi momenti i tanti volontari si stanno dando da fare per preparare la gustosa bagna cauda, un rito collettivo, un momento che affonda le sue radici nella tradizione e un modo per stare insieme, condividere.

  

È così che l’Estate di San Martino – il fine settimana di festa tra il 7 e il 9 novembre – diventa un rito collettivo, una tradizione che unisce memoria, gusto e ospitalità. La bagna cauda De.Co. di Paroldo, servita nelle cucine e nei salotti del borgo, è l’anima di questa celebrazione: preparata con aglio, acciughe e verdure di stagione, ma soprattutto con quel calore umano che non si compra, si trasmette.

La giornata di sabato 8 novembre è cominciata con il dialogo “Aglio e tartufi: le buone proprietà in cucina”, seguito dalla consegna dei “Mantelli di San Martino” e del Premio “Palodium” alla Cultura, assegnato all’attore e regista Pippo Bessone. Riconoscimenti speciali anche per Alessandro Prato, già sindaco di Paroldo, e per Franco Graglia, consigliere regionale.

Poi, al calar della sera, il borgo si è trasformato in una fiaba: le strade illuminate dalle lanterne, le note del Piazza di Circo Festival e del Teatro Marenco, il profumo della bagna cauda che esce dalle case e invita a entrare.
E chi entra, scopre l’essenza di Paroldo: una comunità che apre le porte e il cuore, che condivide il cibo e la vita, che fa della convivialità una forma di arte antica.

«La cena nelle case è il simbolo di ciò che siamo – spiega il sindaco Andrea Ferro –: un piccolo paese capace di accogliere e di far sentire chiunque parte della famiglia. Ogni tavolo apparecchiato, ogni storia raccontata è un modo per tenere viva la nostra identità e farla respirare insieme a chi viene da fuori».

Domani, la festa continua con la Fiera del Tartufo e della Pietra di Langa, tra profumi d’autunno, musica, artigianato e buon cibo.

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