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19 Novembre 2025 - 06:05
Da anni le Associazioni dei consumatori, gli automobilisti e gli amministratori locali e regionali dei più svariati colori politici chiedono l’eliminazione del pedaggio o, almeno, la riduzione, lungo la A6 che collega Torino a Savona e viceversa. Una tratta costellata, soprattutto negli ultimi anni e in particolare nel tratto che collega Ceva a Savona, da interminabili cantieri aperti per la messa in sicurezza dei viadotti. Ad oggi praticamente l’intero percorso che va da Savona da Altare è ad un’unica corsia di marcia, il che comporta tempi ti percorrenza molto più lunghi rispetto al normale e, spesso, causa code e rallentamenti. L’introduzione del rimborso dei pedaggi autostradali per lavori e cantieri rappresenta dunque un passo importante verso una maggiore tutela degli utenti e verso una gestione infrastrutturale più responsabile. Tuttavia, la piena efficacia dipenderà dalla semplicità delle procedure, dalla chiarezza dei criteri e dalla diffusione completa del meccanismo su tutta la rete.
Ad oggi, sulla rete di Autostrade per l’Italia (ASPI) è attivo un servizio di “cashback” pedaggio per ritardi dovuti ai cantieri: se l’utente accumula un ritardo a causa di lavori che riducono le corsie disponibili (non per incidenti, traffico intenso, eventi meteorologici o manifestazioni), può avere diritto a un rimborso dal 25% al 100% del pedaggio, secondo la lunghezza della tratta e l’entità del ritardo. Per poter accedere al rimborso, è richiesta la registrazione della targa o del dispositivo di telepedaggio, oppure l’utilizzo dell’app dedicata (Free to X) e l’invio della ricevuta di pagamento, nel caso di pagamento in contanti o con carta.
Ma sono in arrivo importanti novità: l’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART) ha annunciato che, da aprile 2026, potrebbe entrare in vigore un meccanismo sistematico di rimborso/parziale riduzione del pedaggio per gli utenti che subiscono disagi a causa di cantieri o limitazioni alla rete autostradale.
Secondo le prime indicazioni per tratte fino a circa 30 km il rimborso scatterebbe anche per ritardi, indipendentemente da uno specifico parametro minimo; per tratte tra 30 e 50 km servirebbero almeno 10 minuti di ritardo; oltre i 50 km almeno 15 minuti di ritardo; per blocchi della circolazione più gravi (es. oltre 2-4 ore) potrebbe essere riconosciuto il rimborso del 100%.
In aggiunta, il piano prevede che le tariffe dei pedaggi autostradali possano essere riviste, con una riduzione programmata a partire dal 2026/2027.
L’introduzione del rimborso ha una duplice valenza: da un lato è riconosciuto che l’utente che paga un pedaggio ha diritto ad un servizio corrispondente; se la presenza di cantieri o la riduzione delle corsie comporta un allungamento significativo dei tempi di percorrenza, si tratta, invero, di un disservizio. Dall’altro, questo meccanismo spinge i gestori delle infrastrutture ad una maggiore responsabilizzazione: se la qualità del servizio viene vincolata alla tariffa, diventa anche richiesto un maggior livello di trasparenza e manutenzione.
Fra le criticità da considerare e segnalate dall’Associazione dei consumatori Codacons, emerge che i nuovi criteri proposti dall’ART potrebbero essere troppo limitativi, ad esempio richiedendo blocchi molto lunghi (2-4 ore) prima di riconoscere il rimborso totale. Esiste, inoltre, il rischio che l’onere del rimborso possa essere in parte trasferito agli utenti tramite aumento del pedaggio nei primi anni di applicazione, come previsto nella bozza: i gestori potrebbero recuperare gli importi pagati ai clienti nei primi 5 anni mediante aumenti tariffari.
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