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Prodotti “finti italiani”: un danno da 120 miliardi che minaccia anche le eccellenze cuneesi

Formaggi, salumi e vini copiati all’estero: Coldiretti Cuneo denuncia l’esplosione del fenomeno dell'Italian Sounding, prodotti il cui nome suona italiano ma di italiano non hanno nulla

Prodotti “finti italiani”: un danno da 120 miliardi che minaccia anche le eccellenze cuneesi

Il fenomeno dell’Italian Sounding non si arresta, anzi continua ad allargare la sua ombra sulle eccellenze gastronomiche italiane. E questa volta a finire nel mirino sono anche i prodotti simbolo del territorio cuneese: formaggi, salumi e vini che, ogni giorno, vengono copiati e imitati oltreconfine. Il risultato? Un danno economico colossale per l’Italia: 120 miliardi di euro l’anno bruciati dal mercato dei falsi.

A denunciare con forza la situazione è Coldiretti Cuneo, che lancia un appello a non abbassare la guardia contro le multinazionali decise a cavalcare – e sfruttare – la reputazione del Made in Italy. “Le imitazioni colpiscono oltre due prodotti agroalimentari su tre che sembrano italiani ma non lo sono affatto”, spiega il Presidente Enrico Nada. “Si tratta di prodotti senza alcun legame produttivo, culturale o occupazionale con il nostro Paese. E i settori più colpiti sono proprio quelli che rappresentano la nostra provincia: formaggi, vino, salumi e ortofrutta.”

 

Il paradosso più amaro? I falsi non arrivano dai mercati emergenti, ma soprattutto dai Paesi più industrializzati, dove il fascino della cucina italiana è diventato terreno fertile per vere e proprie operazioni di contraffazione commerciale.

A preoccupare ulteriormente è la “nuova stagione” degli accordi internazionali dell’Unione Europea. “Accordi come quello con il Mercosur spalancano le porte a mercati in cui le contraffazioni sono già un problema cronico”, avverte Francesco Goffredo, Direttore di Coldiretti Cuneo. Una combinazione esplosiva che rischia di danneggiare ulteriormente le nostre produzioni certificate e la credibilità del marchio Italia nel mondo.

Intanto, la domanda internazionale di prodotti italiani continua a crescere. Ma proprio questa “fame di Italia” sta alimentando un mercato parallelo fatto di imitazioni a basso costo, etichette ingannevoli e nomi che strizzano l’occhio alla tradizione italiana senza averne nulla.

Per Coldiretti Cuneo è il momento di una mobilitazione compatta: difendere il vero Made in Italy significa difendere il lavoro, l’identità e il valore del territorio. Una battaglia che non riguarda solo gli agricoltori, ma l’intero Paese.

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