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Addio a Giorgio Fissore, era il papà del sindaco di Morozzo, scomparso l'anno scorso

Pioniere dei mercati esteri, aveva costruito i contatti del Bottonificio Fossanese in tutto il mondo. Il ricordo della nipote Giulia: «Profondamente legato alla famiglia, nonostante l'età aveva una visione molto moderna delle cose»

Addio a Giorgio Fissore, era il papà del sindaco di Morozzo, scomparso l'anno scorso

Giorgio Fissore

Sant’Albano Stura piange Giorgio Fissore, scomparso nel sonno la sera di lunedì 1° settembre, nella sua abitazione. Aveva 92 anni.

Nato e cresciuto a Sant’Albano, dove il padre gestiva un caseificio, Fissore aveva iniziato la sua carriera professionale come impiegato al Bottonificio di Fossano, azienda simbolo del territorio. Con il tempo conquistò ruoli di sempre maggiore rilievo fino a diventare, tra la fine degli anni Settanta e gli anni Novanta, responsabile delle vendite sui mercati esteri. Questo incarico lo portò a viaggiare in numerosi Paesi: dall’Africa al Sud America, passando per Medio Oriente, Cina e Giappone. Anche in tempi difficili, come durante i conflitti in Libano, Siria e Iran, non mancò mai di portare avanti il proprio lavoro con dedizione.

Appassionato di sport motoristici e di ciclismo e collezionista di Vespe Piaggio, era il papà di Mauro Fissore, sindaco di Morozzo, conosciuto ed apprezzato guardiaparco dell'Ente Parco Alpi Marittime, purtroppo improvvisamente scomparso a luglio dell'anno scorso, mentre si trovava in vacanza.

Uomo profondamente legato alla famiglia e alla sua terra, lascia la moglie Caterina Carletto, i figli Alessandro e Manuela, la sorella Lucia e diversi nipoti. La camera ardente è stata allestita presso la casa di riposo “Ida Pejrone” di Sant’Albano Stura. Il funerale sarà celebrato domani, mercoledì 3 settembre, alle 10.30, nella chiesa parrocchiale del paese; questa sera, alle 20, è previsto il rosario.

«Mio nonno ha avuto una vita lunga e fortunata, macchiata però, l'anno scorso, dall'enorme dispiacere della scomparsa di mio papà Mauro, suo figlio – lo ricorda la nipote Giulia –. Dopo i primi incarichi al Bottonificio, con grande spirito d'iniziativa aveva imparato l'inglese "in casa", per poi lanciarsi sui mercati esteri. Non aveva mai preso un aereo prima di allora, non c'era ovviamente Google Maps, non conosceva nulla dei posti in cui andava per la prima volta, ma non si era tirato indietro, dimostrando ottime capacità e "costruendo" il mercato in tutto il mondo: Cina, Giappone, Stati Uniti, Africa, Medio Oriente. Ha conosciuto quindi tutto il mondo. Era stato in Libano nell'82, durante la guerra. Spesso ricordava i suoi viaggi e mi raccontava i luoghi diversissimi che aveva visto durante la sua lunga vita. Era una persona molto moderna, nonostante l'età, anche per la vita che aveva vissuto»

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