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Mensa obbligatoria a scuola: i sindacati difendono l'operato della dirigente

FLC CGIL Cuneo: «Fondamentale comprendere le motivazioni di chi lavora ogni giorno per il buon funzionamento della scuola pubblica»

Mensa obbligatoria a scuola: i sindacati difendono l'operato della dirigente

Immagine generica, realizzata con l'intelligenza artificiale

A firma del Segretario Generale Provinciale FLC CGIL Cuneo, Doriano Ficara, intervengono i sindacati sul "caso" della mensa scolastica obbligatoria alla Primaria a tempo pieno di Bastia Mondovì, disposizione attuata quest'anno, con comunicazione della dirigente scolastica dell'istituto comprensivo "Oderda Perotti" dello scorso 3 settembre.


«Si ritiene necessario offrire una precisazione fondamentale per ristabilire la verità dei fatti – scrivono i sindacati –. L’orario di 40 ore settimanali è da sempre parte integrante del modello educativo adottato dalla scuola. Non è stato introdotto né modificato dalla recente circolare. Piuttosto, si è reso necessario richiamare l’attenzione di famiglie e docenti sul rispetto delle regole previste per il tempo pieno, dopo aver riscontrato prassi non conformi protrattesi negli ultimi anni. Nello specifico, l’orario previsto è quello tipicamente adottato nelle scuole a tempo pieno (8,30-12,30 a seguire pausa mensa e ricreazione dalle 12,30 alle 14,30, ripresa delle lezioni dalle 14,30 alle 16,30). Nel corso della mattinata è previsto un intervallo come in tutte le scuole primarie del Comprensivo.

La pausa pranzo non è un momento separato, ma un segmento educativo e organizzativo previsto dalla normativa. L’assenza sistematica e non giustificata da parte di alcuni alunni ha comportato una frequenza parziale non autorizzata, che ha generato ovvi squilibri. Contrariamente a quanto riportato nell’articolo, non è stato il Comune attivarsi ma la dirigente scolastica stessa che, venuta a conoscenza delle difficoltà economiche di una famiglia, ha attivato personalmente un dialogo con il Sindaco per cercare una soluzione concreta e inclusiva.

Prima di esprimere condanne o giudizi, è fondamentale verificare i fatti nella loro interezza, comprendere le motivazioni di chi lavora ogni giorno per il buon funzionamento della scuola pubblica e per evitare danni all’erario. Solo così si può garantire un sistema educativo equo, sostenibile e rispettoso delle regole".

Nota di redazione
Da parte nostra, teniamo a specificare che nessuno ha espresso condanne o giudizi in merito e che i fatti descritti sono assolutamente verificati. Abbiamo raccolto le osservazioni, i problemi e le perplessità di tanti genitori, che ora si troveranno in difficoltà, anche dal punto di vista economico, a causa di questa disposizione-precisazione, anche considerando che difficilmente il Comune potrà sostenere le rette di tutti quanti (e sono molti) non potranno permettersi di pagare il pranzo, e invece chiedevano solamente di poter pranzare a casa, limitando le già molte spese che ogni famiglia deve affrontare. Abbiamo riportato la notizia basandoci sulla comunicazione emessa dalla dirigente scolastica lo scorso 3 settembre, dopo aver anche contattato il Comune che, lo confermiamo, ha attivato il dialogo con la dirigenza per cercare di risolvere la situazione. Al netto di ciò, le difficoltà per le famiglie, causate dalla comunicazione dell'Istituto comprensivo, restano.

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