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16 Ottobre 2025 - 10:04
Il calendario in vendita (poi rimosso)
Mussolini in prima pagina sotto la dicitura "La storia del Duce". Si tratta di un calendario del 2026 con 12 poster da ritagliare. Costo: 9,90 euro. Era esposto su uno scaffale del Mercatò Big di Alba. La segnalazione, da parte dell’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) della sezione di Carrù, ha aperto un caso. A intervenire è stata la stessa ditta proprietaria della catena di ipermercati.
«Mercatò condanna fermamente ogni forma di propaganda o nostalgia verso regimi dittatoriali e si impegna a vigilare affinché episodi simili non si ripetano. Ringraziamo per la segnalazione», scrive l’azienda. «Desideriamo chiarire che si è trattato di un errore nella selezione di un fornitore esterno e che il prodotto è stato prontamente rimosso».
Si sono mossi in prima persona anche l’Anpi albese e l'Amministrazione comunale. Un caso simile era stato sollevato nei giorni scorsi in Valsusa per la vendita dei calendari del Duce nelle edicole, ma è un fenomeno che periodicamente si ripresenta.
In Italia il reato di apologia di fascismo è disciplinato principalmente dalla legge n. 645 del 20 giugno 1952, nota come legge Scelba. Questa legge vieta e punisce chiunque promuova, organizzi o faccia propaganda finalizzata alla riorganizzazione del disciolto partito fascista o di un movimento a esso ispirato. L’apologia del fascismo non è intesa come una semplice difesa o elogio, ma come un’esaltazione convinta e idonea a condurre alla riorganizzazione effettiva del partito o a indurre a commettere atti finalizzati a tale scopo.
La legge prevede pene detentive da 18 mesi a 4 anni, con sanzioni più severe nei casi con finalità razziste o mediante la stampa, oltre all’interdizione dai pubblici uffici. La Corte costituzionale ha specificato che, per configurare il reato, l’apologia deve consistere in un’esaltazione tale da poter condurre alla riorganizzazione del partito fascista, ovvero in un’istigazione indiretta a commettere atti rivolti al ripristino del fascismo. Ad esempio, gesti come il saluto romano sono considerati apologia del fascismo se idonei a integrare un pericolo concreto di riorganizzazione del partito.
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