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26 Ottobre 2025 - 08:32
«Grazie, eravate i primi "foresti" a cui parlavo e mi avete fatto sentire davvero a casa».
Abbandona il palco raggiante, Luca Bizzarri, al termine della terza replica del suo "Non hanno un dubbio".
Il debutto è stato a Genova, il 23 e il 24 ottobre, dunque quella di Mondovì è stata la terza sera consecutiva di recita per l'attore genovese: in effetti si avvertiva nell'interprete una vibrazione particolare, un'atmosfera frizzante e l'energia delle prime serate. Allo stesso modo, è stato chiaramente percepibile il suo entusiasmo e la gioia di sentire la macchina teatrale funzionare e fare presa sul pubblico.
Luca Bizzari ha portato sul palco del Baretti di Mondovì, sui cui si vede prevalentemente teatro di narrazione o teatro classico, la stand up comedy. Non c'è nulla in scena, se non un leggio e una sedia che non ha mai usato, preferendo aggirarsi su e giù per il palco per tutta la durata della performance. Il ritmo con cui Bizzarri inanella temi e monologhi è frenetico, tant'è che in tutto la serata non raggiunge i 75 minuti di durata. Abbastanza presto, tuttavia, il pubblico monregalese ha iniziato a sbellicarsi dalle risate.
"Non hanno un dubbio" funziona, e non c'è dubbio: contrariamente a quanto forse era lecito aspettarsi c'è pochissima satira politica (il comico è titolare della copertina di Ballarò e imperversa su Twitter e nel podcast con i suoi strali contro le topiche dei leaders nostrani). Appena qualche battuta su Lollobrigida, Gasparri e poco altro. Si ride e si scherza molto di più sulla società: rapporto su genitori e figli, quella che Fruttero e Lucentini avevano chiamato "La prevalenza del cretino" e che oggi sembra definitivamente aver preso il sopravvento, matrimoni sempre più improbabili e così via. Bizzarri si infila anche in un'intemerata contro lo sci "Uno sport da dementi" abbastanza coraggiosamente, vista la platea, ma sportivamente il "Baretti" apprezza.
Il testo mischia curiosamente alto e basso in modo abbastanza vertiginoso, il turpiloquio è contenuto ma spunta a tratti all'improvviso con l'effetto di un knock out. La mimica di Bizzarri e l'uso della voce fanno il resto, rendendo l'insieme decisamente esilarante. Il momento più straniante è forse la parafrasi, serissima, dell'Eugenio Montale di "Ti libero la fronte dai ghiaccioli" che segue un monologo sulla "mussa" e anticipa la parafrasi di un testo di Tony Effe. Non è la sequenza di argomenti, ovviamente, ma il cambio repentino di toni e atmosfere da parte dell'attore che lascia esterrefatti gli spettatori sulla sedia, un effetto sorpresa che non può che innescare la risata.
Lo spettacolo si chiude con una nota alta: l'ultimo monologo ne spiega il titolo. Riprende un articolo in forma di lettera, scritto dalla giornalista Laura Santi, affetta da Sclerosi Multipla. Santi oggi non c'è più, è stata la prima persona in Umbria a ottenere il suicidio assistito, a 50 anni, per le terribili sofferenze a cui la costringeva la malattia. Nell'articolo Santi descriveva il sollievo e la spensieratezza che le aveva regalato uno spettacolo teatrale di Bizzarri. «Sono andata a letto – scriveva Santi – e dopo non so quanto tempo ho dormito sogni belli e ho ripensato alla mia 'vecchia' vita, quella che tu racconti così bene: tutta la mia vita, che non è solo questa grigia routine di ora, ma è stata quello che tu hai raccontato in quegli anni e tanto di più». «Portare altrove una persona come me, farle risentire quella cosa meravigliosa, la leggerezza, farla immergere in un altro mondo, in fondo il suo stesso vecchio mondo, così surreale e così comico: non è una cosa potente questa?».
«Il dubbio è sul senso di tutto questo, del mio lavoro di quello che stiamo facendo. È solo la soddisfazione di un egomania patologica?» si chiede Bizzarri. Senza artisti cosa cambierebbe? «Laura Santi ha dato una risposta a questa domanda. L'ultimo applauso di questo spettacolo deve essere per lei».
Una "prima" decisamente riuscita per la stagione teatrale monregalese 2025/26, a cui ha assistito anche il sindaco Luca Robaldo.
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