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29 Ottobre 2025 - 09:43
Foto didascalica creata utilizzando il supporto dell'AI
La discussione sul progetto del termovalorizzatore continua a tenere banco. La scorsa settimana si è svolto l’ennesimo incontro, a cui hanno partecipato i sindaci di Cairo Montenotte, Carcare, Cengio e Millesimo per fare il punto della situazione.
«Ad oggi non abbiamo gli strumenti e i dati per dire se siamo favorevoli o contrari – ha affermato il primo cittadino cairese, Paolo Lambertini –. Siamo però uniti nel ribadire che attualmente non sussistono i presupposti per accogliere un impianto di questo tipo. Finchè ci saranno situazioni da risolvere sul piano ambientale come il sito di Italiana Coke e non verranno garantite misure specifiche anche in merito alla sicurezza e alle infrastrutture da parte delle Regione, la nostra valutazione resterà negativa».
Gli fa eco il sindaco di Carcare, Rodolfo Mirri: «Bisogna prendere una decisione comprensoriale, sennò non si va da nessuna parte. Se la Regione vuole mettere sul piatto la Valbormida deve presentare un progetto dettagliato in un sito preciso, senza più fare ipotesi. A quel punto valuteremo come muoverci, anche se il primo passo, ora, è quello di attivare un percorso quanto più corale possibile. Per quanto riguarda il Comune che io amministro, sarà mia cura chiedere il parere di tutta la maggioranza e anche dell’opposizione, perché prima di dare un eventuale consenso al prosieguo del tavolo tecnico o del progetto stesso voglio avere il sostegno del Consiglio comunale».
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Dichiarazioni che lasciano aperto uno spiraglio, quanto meno di approfondimento, relativo all’ipotesi di realizzare l’impianto in loco e che hanno destato non poche perplessità.
Decisamente netta la posizione di Jan Casella, consigliere regionale di AVS, e Giorgia Ferrari, consigliere comunale di “Cairo in comune”:
«La Val Bormida è stata chiara fin da subito: i cittadini non vogliono un inceneritore, che metterebbe in pericolo la salute, l’ambiente e l’economia dell’intera vallata. Non cederemo al ricatto delle compensazioni: se un progetto è dannoso per il territorio, non esistono motivi validi per cambiare idea. Ci opporremo in ogni modo a questo impianto per lo smaltimento dei rifiuti, che metterebbe una pietra tombale su ogni possibilità di sviluppo per il comprensorio. Nelle ultime settimane, alcuni amministratori della Val Bormida hanno cambiato idea rispetto al documento unitario firmato a febbraio da tutti i sindaci, con cui si esprimeva parere contrario a questo impianto. Ci chiediamo per quale motivo ci sia stata un’inversione di rotta così radicale in pochi mesi. È inaccettabile il tentativo di ricattare i cittadini, ipotizzando opere pubbliche solo in cambio dell’inceneritore».

Sulla stessa linea di pensiero i consiglieri regionali del Partito Democratico, Roberto Arboscello e Davide Natale, vicepresidente in Commissione Ambiente:
«Parafrasando una canzone degli anni ‘80 si potrebbe dire: ‘C’è da spostare un termovalorizzatore, devi metterlo là’. Dopo aver pensato di portarlo in Valbormida, poi a Scarpino e nei giorni scorsi persino a Rapallo, per far sciare i turisti (facendo ridere anche i sassi della diga); ora si torna a parlare di Valbormida, con i sindaci che devono risolvere il problema dei rifiuti liguri, quando invece dovrebbero essere Bucci e la Giunta regionale a farlo. La pianificazione regionale non esiste più, il ruolo della Giunta nemmeno, tutto è caricato sulle spalle dei territori e di compensazioni fantasiose per far digerire anche piatti più indigesti. Lo ribadiamo ancora una volta, la responsabilità è della Regione e deve essere la Giunta a individuare le soluzioni più idonee per i cittadini, sia dal punto di vista ambientale che economico-finanziario per risolvere il problema, smettendo di giocare allo scaricabarile. In questo quadro inoltre non si capisce cosa serva mantenere in piedi l’Agenzia dei rifiuti, un vero e proprio carrozzone sulle spalle dei liguri. Serve responsabilità.»
Nel frattempo, al motto di “Difendiamo la nostra salute, il nostro territorio e il nostro futuro”, il Coordinamento No Inceneritore Valle Bormida Ligure & Piemontese ha lanciato una raccolta firme su Change.org per chiedere alle istituzioni locali di escludere qualsiasi ipotesi di costruzione di un impianto di termovalorizzazione o incenerimento dei rifiuti nel territorio della Val Bormida.
«Chiediamo alla Regione, alla Provincia e ai Comuni della Val Bormida di escludere in modo definitivo questo tipo di progetto – spiegano i membri del coordinamento –. L’area individuata a Cairo Montenotte è già gravemente compromessa da decenni di attività inquinanti e non potrebbe sopportare ulteriori impatti. La vicinanza ai centri abitati di Cairo e Carcare, a circa 2 km, renderebbe l’impianto pericoloso per la salute pubblica, considerando le emissioni tipiche di CO₂, diossine, polveri sottili e metalli pesanti degli impianti analoghi. Gran parte dei rifiuti arriverebbe da Genova, dove la raccolta differenziata è tra le più basse della Liguria, mentre in Val Bormida i livelli di riciclo sono tra i più alti. Infine, l’impianto tratterebbe anche rifiuti industriali e ospedalieri, aumentando i rischi ambientali e sanitari».
Il coordinamento conclude sottolineando che «la Val Bormida ha già pagato un prezzo altissimo all’inquinamento e ora merita bonifiche, economia circolare e sviluppo sostenibile».
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