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«Voglio farvi ridere… e magari lasciarvi un pensiero in tasca»

Lo spettacolo “Lacrimevolissima istoria di ser Cristofaro Piccione” inaugura il fuori stagione del Marenco. Un viaggio teatrale tra buffoni, eroi mancati e risate liberatorie: Max Mao racconta un’arte antica che oggi parla più che mai al nostro presente.

«Voglio farvi ridere… e magari lasciarvi un pensiero in tasca»

Il sipario del Teatro “Marenco” sta per riaprirsi su atmosfere antiche e sorprendenti, dove la tradizione incontra la satira contemporanea e le maschere tornano a parlare al pubblico come facevano secoli fa: tra risate, poesia e verità scomode. Dopo mesi di attesa, Ceva si prepara a ospitare un debutto fuori stagione che promette energia, brillantezza e quella follia geniale che soltanto la Commedia dell’Arte sa evocare.

Il 7 novembre Max Mao e Manuel Alciati porteranno in scena “La lacrimevolissima istoria di ser Cristofaro Piccione che voleva scoprir l’America”, un titolo che già da solo introduce in un mondo scanzonato e profondamente umano, fatto di buffoni, viaggi immaginari e utopie più vere della realtà.

Con una scenografia che rievoca antiche compagnie di giro, musiche originali e un ritmo serrato tra gag e satira sociale, lo spettacolo si annuncia come un inno alla libertà del teatro: quello che si fa negli occhi del pubblico, nella carne viva degli attori e nella magia irripetibile di ogni rappresentazione.

Per scoprire come è nata questa avventura teatrale, e cosa significa oggi riportare in scena l’anima più autentica e popolare del palcoscenico, abbiamo incontrato l’autore e protagonista Max Mao, che ci ha raccontato idee, emozioni, visioni e segreti del suo nuovo lavoro.

 

 

«Il progetto ha radici antiche – spiega Max –. Sono sempre stato appassionato del teatro legato alla commedia dell’arte e ai buffoni medievali; ho sempre pensato che quel tipo di teatro fosse il “vero” teatro popolare, quello che arriva alla gente ovunque essa si trovi, il teatro non come luogo deputato, ma come volontà di raccontare una storia a chi ha la pazienza di ascoltarla, ma siamo stati tutti bambini e le belle storie raccontate ci piacciono sempre, anche da grandi. Ho frequentato svariati corsi su questo argomento e l’amore per le maschere è andato aumentando insieme alla mia dimestichezza con esse. I miei maestri sono stati i massimi esponenti nazionali di questa forma espressiva: Enrico Bonavera (l’attuale Arlecchino della famosa “Arlecchino servitor di due padroni” di Strehler), gli attori di Stivalaccio Teatro presso i quali ho fatto uno stage intensivo di 8 giorni nel 2023 (esperienza esaltante). Da qui l’esigenza, quasi fisica, di riportare in scena Zanni, insieme a Pantalone, a far da “Virgilii” a questo viaggio immaginario di Ser Cristofaro Piccione che parte per scoprir l’America (sa che c’è da un suo amico Vichingo che, in segreto, gliel’ha detto). Saranno 7 personaggi, interpretati da due attori, che andranno alla scoperta di qualcosa che dal quasi 1500 fino ad oggi ha influenzato notevolmente le vite di tutti i popoli della terra.

 

Da quanto tempo ci sta lavorando come autore e come regista?

 
Dopo oltre un anno di studio su testi medievali, fabliaux e canovacci della commedia dell’arte, è maturata questa storia che, pur basata sulle antiche metodiche di coloro che hanno portato il teatro in tutta Europa (pur non parlando nessuno gli idiomi delle terre in cui recitavano), rischiando la decapitazione (loro, noi no) hanno reso il teatro popolare un evento culturale di livello altissimo e questa è anche la nostra intenzione. Le prove durano dal febbraio scorso, abbiamo cercato la qualità e crediamo di esserci riusciti.

  

 

Ci parli della trama?

 
Ci sarà da ridere e volendo ci si può portare a casa un pensiero da trovare in tasca. Io vedo il teatro come un luogo dove è importante alleggerire le ansie degli spettatori che per almeno un’ora e mezza potranno viaggiare leggeri come piume su questo mondo che sta regalando, come raramente è avvenuto nella storia, pesantezza e preoccupazioni. Protagonisti di questo pittoresco viaggio per mare sono i Cristofaro Piccione e Nostromo. Cristofaro Piccione parte per trovare la “sua” America, in una ricerca rocambolesca e piena di sorprese. Il fedele Nostromo e una ciurma trovata per strada accompagneranno ser Piccione per mari tempestosi. Cosa troveranno all’approdo? La vera domanda è: cosa porteranno. L’obiettivo di Cristofaro Piccione, Nostromo e del loro equipaggio è esportare la democrazia, e così la Commedia dell’Arte incontra la critica ironica ai giorni che stiamo vivendo, nella speranza che, almeno per il tempo di una commedia, a squarciare il cielo sia il fragore delle risate e non il boato degli armamenti.

 

Ci racconti le tue emozioni e le tue sensazioni?

 
Come sempre quando porto in scena una commedia, le emozioni sono tantissime: quelle che accompagnano le prove, la ricerca dei personaggi, delle musiche (che ritengo un supporto fondamentale alla narrazione e qui ci sarà qualcosa di sorprendente), le luci che riprodurranno, in chiave moderna, le illuminazioni sceniche medievali, la scenografia realizzata magistralmente da Alvise Romanzini da Vicenza, allievo della scuola di scenografia della Scala di Milano, che l’ha pensata per essere versatile e completa, utilizzabile in spazi di qualsiasi dimensione. L’idea poi che un proprio lavoro veda la luce sulle scene è sempre qualcosa di magico che lascia il sorriso fisso sul volto da parecchi giorni.

  

 

Oltre al debutto, quali le altre date?

 
Il debutto sarà venerdì 7 novembre al Teatro “Marenco” e sarà replicato in vari teatri e piazze, oltre che nelle rassegne nazionali di teatro amatoriale. Le date sono in via di definizione, ma sarà mia cura farle sapere appena saranno fissate. Per ora abbiamo il 12 marzo a San Michele, a fine marzo ad Agaggio in provincia di Imperia presso l’agriturismo “La Fontana dell’Olmo”.

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