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30 Ottobre 2025 - 15:47
La Provincia di Savona ha revocato l’autorizzazione ambientale rilasciata alla societа “Ecocem srl” che gestiva l’impianto di recupero e riciclaggio di rifiuti speciali, anche pericolosi, situato nell’area ex Cairo Reindustria di Bragno, frazione di Cairo Montenotte. L’impianto era stato autorizzato nel 2016, ma nel 2022, a seguito di accertamenti del Noe di Genova, era emerso che all’interno del capannone erano stati accumulati 27.100 metri cubi di rifiuti contro i 4.500 autorizzati, a cui si aggiungevano ulteriori 4.100 metri cubi di scorie (ceneri) già pretrattate. La Provincia aveva, dunque, disposto la sospensione dell’autorizzazione e diffidato la ditta a rimuovere i materiali eccedenti entro sei mesi. Nonostante le proroghe concesse, motivate anche dal sequestro preventivo del sito disposto dall’autorità giudiziaria, i sopralluoghi di Arpal, effettuati fino all’aprile 2025, avevano confermato che la situazione era rimasta invariata. La società nel frattempo aveva chiesto ulteriori proroghe e tentato di opporsi alla revoca, fino ad arrivare alla decisione attuale della Provincia: «alla luce del mancato adempimento delle prescrizioni e ritenendo infondate le giustificazioni presentate dalla ditta, si è proceduto alla revoca definitiva delle autorizzazioni e all’avvio dell’iter per il recupero della fidejussione di circa 400mila euro a garanzia».
La vicenda, di per sé già abbastanza farraginosa, si tinge di tonalità ancora più fosche alla luce delle dichiarazioni di Renato Galliano, presidente dell’associazione “La Prima Langa” e tra i principali fautori del Coordinamento “No Inceneritore in Valle Bormida”: «Il capannone che contiene le ceneri è senza porte, il tetto ha varie aperture, e quel cumulo, simile a sabba molto volatile, è alla portata di chiunque. Si tratta di ceneri provenienti dal termovalorizzatore di Torino e presumibilmente inviate qui per utilizzarle nella produzione di clinker (componente per la produzione di cemento, ndr), ma di fatto abbandonate». Una casualità dunque che dopo tutti questi anni la questione sia arrivata alla ribalta proprio in questo momento storico in cui la realizzazione del termovalorizzatore in Valle è all’ordine del giorno? Così come il fatto che la Provincia proprio ora abbia deciso di passare alle “maniere forti”?
Dal canto suo l’ente precisa che: «L’autorizzazione è stata appena revocata dopo controlli Arpal, diffide e proroghe. Siamo nella fase di impostazione del ripristino dello stato dei luoghi ed escussione della garanzia finanziaria. Vedremo gli sviluppi».
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