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Visita pastorale alle due Frabose: «Il futuro della fede passa attraverso la testimonianza della famiglia».

Monsignor Egidio Miragoli ha celebrato la messa nelle parrocchie di Frabosa Soprana e Frabosa Sottana e visitato i cimiteri dei due paesi

Il vescovo al cimitero di Frabosa Sottana

Nella mattinata di domenica la visita pastorale del vescovo di Mondovì ha fatto tappa nei comuni delle due Frabose. È iniziata nella parrocchia di Soprana, dove Egidio Miragoli ha tenuto un momento di preghiera presso il camposanto dov'è stato accolto dalla sindaca Iole Caramello, per poi spostarsi nella chiesa di San Giovanni Battista per la funzione. Il vescovo è quindi sceso a Frabosa Sottana, anche qui accolto dal parroco don Adriano Preve e dal sindaco Adriano Bertolino, per celebrare la messa e visitare il cimitero.

«Mentre ascoltavo le letture guardavo la vostra chiesa e mi sembrava di tornare nella mia chiesa parrocchiale, - ha detto salutando i fedeli di Frabosa Soprana -  perché nemmeno a farlo apposta Luigi Morgani che ha fatto tutti questi affreschi e dipinti è lo stesso che ha dipinto la chiesa del mio paese».

Nell'omelia monsignor Miragoli ha ricordato la festa della Dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano: «La liturgia di oggi ci fa celebrare una festa un po' particolare che cade sempre il 9 novembre. Questa è un'occasione per ricordare il giorno della Consacrazione di quella che è considerata la chiesa madre di tutte le chiese: la Basilica di San Giovanni in Laterano. E questa circostanza permette di toccare un tema che è strettamente connesso con la visita pastorale. Dalle letture si parte dalla celebrazione della chiesa fatta di pietre, per arrivare alle pietre vive che sono i cristiani e la comunità. La visita pastorale del vescovo è proprio un momento fatto di incontri, di presenza e comunicazione. La presenza del vescovo vuole essere un sostegno alla comunità cristiana».

«La vita dei nostri paesi, paesi di montagna come il vostro, piuttosto che la vita delle comunità cristiane si sta riducendo. C'è un discorso demografico e sociologico: poche nascite, lo spopolamento della montagna e quindi una riduzione delle diversità dei nostri paesi. Questo è l'aspetto esteriore, materiale, ma c'è anche l'aspetto spirituale. E allora chiedo a voi qual è la vivacità umana e spirituale della vostra comunità? La fede è qualcosa di estremamente personale, ma ci sono scelte concrete delle persone e della comunità che non devono essere in sintonia con ciò che crediamo e col riferimento al Vangelo. La vostra comunità non è migliore o peggiore delle altre, ma anch'essa è intaccata da modi di pensare e di comportarsi che non sono assolutamente in sintonia con il vangelo».

Monsignor Egidio ha portato ad esempio, a Frabosa Soprana, i dati delle nascite e dei matrimoni: «Guardate i dati statistici relativi a nati e battezzati, guardate i dati statistici relativi a matrimoni religiosi e matrimoni civili. Eravamo al cimitero e guardavamo la nuova area della dispersione delle ceneri, che cosa significa? Se il battesimo non lo chiediamo più per i nostri figli ed il nostro corpo non ha più alcun valore e può essere incenerito come si inceneriscono i rifiuti e la cenere viene dispersa, cosa significa tutto questo?»

Anche parole di speranza, da parte del vescovo, il quale ha sottolineato l'importanza della famiglia nella trasmissione della Fede: «Ci sono segni della scristianizzazione, del non credere più alla grazia di Dio e pensare che ce la possiamo fare da soli.
C'è bisogno di rinnovata testimonianza che non può dipendere solo dal parroco. Il futuro della Fede di questa comunità passa attraverso la testimonianza dei genitori, dei nonni. Passa attraverso quel luogo particolare che è la casa. Lì si respira il senso di Dio, si impara a pregare e si trasmette la fede. Senza fare lezioni di teologia, perchè non c'è bisogno di aver studiato teologia per essere testimoni di Gesù Cristo. Questa è la trasmissione più efficace della Fede, più efficace della predica del parroco una volta a settimana e della catechesi ogni quindici giorni. La visita pastorale del vescovo dovrebbe essere un incitamento a vivere la vostra vita di fede: essere cristiani è una cosa bella che dà senso alla nostra vita».

Al termine delle funzioni il vescovo si è fermato per salutare e dialogare con i fedeli presenti. Monsignor Egidio è poi passato a salutare i chierichetti della parrocchia di Villanova, che nella giornata hanno celebrato la festa dei ministranti col pranzo in oratorio.

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