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17 Novembre 2025 - 12:58
Si è conclusa definitivamente sul Piemonte la fase perturbata che ha interessato il weekend del 15 e 16 novembre, un episodio che ha portato precipitazioni significative soprattutto nelle aree più esposte al confine con la Liguria e sul Verbano. L’esperto meteo Andrea Vuolo ha analizzato nel dettaglio gli accumuli registrati dalla rete delle stazioni di Arpa Piemonte, evidenziando come l’evento abbia mostrato un forte carattere localizzato, con grandi differenze tra zone.
Picchi oltre i 200 mm. nell'Alessandrino
Le precipitazioni più abbondanti hanno interessato le zone appenniniche dell’Alessandrino, dove si sono registrati i massimi regionali.
Tra i valori più significativi figurano:
Fraconalto (AL): 222,4 mm
Carrega Ligure (AL): 174,2 mm
Roccaforte Ligure (AL): 114,0 mm
Cabella Ligure (AL): 106,1 mm
Arquata Scrivia (AL): 104,5 mm
Fabbrica Curone (AL): 91,9 mm
Si tratta di numeri che confermano come questa porzione del Piemonte abbia intercettato la parte più attiva della perturbazione, grazie anche all’effetto orografico dell’Appennino.
Per il Cuneese, picco al Colle San Bernardino
Un dato particolarmente rilevante messo in luce da Vuolo riguarda il Colle San Bernardino di Garessio (Cuneo), dove sono caduti 103,6 mm di pioggia. Un accumulo notevole per l’area, che si posiziona fra i più importanti dell’evento nel settore cuneese, confermando la marcata esposizione di questa zona ai flussi umidi meridionali.
Altri valori significativi nel Cuneese e Verbano includono:
Upega - Briga Alta (CN): 81,1 mm
Trarego Viggiona – Monte Carza (VB): 78,0 mm
Stresa – Mottarone (VB): 76,4 mm
Cannobio (VB): 76,4 mm
Nel resto del Piemonte le piogge sono risultate molto più contenute: 20–50 mm sulla maggior parte delle aree centrali e orientali della regione, 10–15 mm o meno sulle pianure di Canavese, Torinese, Cuneese, colline del Po e zone alpine nord-occidentali. La perturbazione è rimasta dunque confinata prevalentemente nelle zone sud-orientali e sulle aree affacciate verso la Liguria. Le temperature relativamente miti hanno mantenuto la quota neve oltre i 1.700–2.100 metri per tutta la durata dell’evento. Gli accumuli di neve fresca sono stati modesti, con valori superiori ai 20 cm solo oltre i 2.200–2.400 metri, in particolare sui crinali delle Alpi Cozie e Marittime.
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