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20 Novembre 2025 - 07:06
Foto didascalica creata utilizzando il supporto dell'AI
Il fenomeno dei “contratti pirata” non riguarda solo il mondo del lavoro dipendente. A denunciarlo è Fnaarc, il sindacato degli agenti e rappresentanti di commercio di Confcommercio, che punta il dito contro l’uso improprio – e sempre più diffuso – del contratto da procacciatore d’affari al posto di quello previsto per gli agenti di commercio.
Un problema tutt’altro che marginale, come spiega Arcangelo Galante, presidente Fnaarc-Confcommercio della provincia di Cuneo:
«Sempre più aziende utilizzano figure come il procacciatore o il consulente pur non avendone i requisiti. Una scorciatoia che crea confusione e vanifica gli Accordi Economici Collettivi, nati per tutelare mandanti e agenti».
I numeri parlano chiaro: in Italia gli agenti di commercio sono oltre 210.000, mentre i procacciatori non superano quota 40.000. Due figure molto diverse, come ribadito anche dalla Cassazione (ordinanza 27571/2025).
L’agente di commercio ha un rapporto stabile e continuativo, promuove prodotti o servizi in autonomia professionale, è iscritto a Enasarco e gode delle relative tutele previdenziali e assistenziali.
Il procacciatore d’affari opera in maniera saltuaria ed episodica, non ha poteri di rappresentanza né obblighi continuativi e non dispone dello stesso quadro di garanzie.

Per Galante, l’uso improprio del contratto da procacciatore è una pratica “rischiosa e scorretta”:
«Mascherare un vero rapporto di agenzia dietro un contratto da procacciatore può portare ad accertamenti di Enasarco e del fisco, con la perdita delle agevolazioni riservate agli agenti regolarmente inquadrati».
Non solo: la mancata applicazione degli Accordi Economici Collettivi (AEC) può aprire la strada a contenziosi legali e a rapporti di lavoro non trasparenti.
Fnaarc invita quindi a una distinzione netta tra le due figure, a tutela della concorrenza e della corretta gestione contrattuale:
«Se c’è stabilità e continuità nel rapporto con il preponente, parliamo di un agente di commercio, non di un procacciatore. Le figure ibride creano solo caos e mancanza di tutele», ribadisce Galante.
Gli AEC, sottolinea il sindacato, rappresentano ancora oggi la garanzia più solida per equità, trasparenza e sostenibilità nel settore.
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