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24 Novembre 2025 - 15:06
A seguito dell'articolo di qualche mese fa sulla necessità di un confronto nelle iniziative musicali in città (potete leggere qui) e la replica da parte dell'Assessore alle Manifestazioni ed allo Sport (che si può leggere qui), Alessandro Terreno ci ha rilasciato un'ampia intervista che spazia dalle intenzioni dell'amministrazione ai suoi desiderata.
Nella replica hai detto di voler ascoltare “voci altre” che contribuiscono ad una visione comune del fare eventi. Che definizione dai alla “visione comune”?
Nel mio ruolo, col mio know-how ed i miei gusti, devo considerare il più delle voci possibili, rispetto al “mio” sentire, e poi mettermi in prima linea. Ho ruolo di “front” è normale che le persone facciano riferimento a me: Movì è stato un progetto nato così 2 anni fa, partendo “a bomba” con l'idea di farsi sentire sul territorio. L'obiettivo negli eventi è quello di coinvolgere Associazioni e realtà che in questi anni hanno scommesso sul territorio: faccio l'esempio di Illustrada (che citi ed è calzante perchè è targhettizzato, si muove da anni in crescita, ed è un evento d'eccellenza non solo a livello locale). Movì ha nelle sue corde l'idea di portare un movimento, che fosse impattante in questi 2 anni (e credo che ci siamo riusciti); in futuro non so se rifaremo un evento come Gabri Ponte, perchè sarebbe un'azione fine a sé stessa: se guardo gli incassi dei locali, normale che c'è stata una differenza positiva, la gente ha preso la funicolare, altro elemento positivo, ma sono consapevole non sia solo quello ciò che serve alla città. Alla città serve – tornando alla visione – un'amministrazione che faccia da perno e sia in ascolto per le esigenze presentate e di supporto alle azioni di chi già si impegna nella e per la città. Nella musica, il futuro di Movì lo vedo iniziativa inserita nel tessuto culturale cittadino: meno eventi a pagamento con artisti “one night/one shot”, ma un programma diffuso, in cui la cultura si unisca o si accompagni alla musica; e intendo vari ambiti dal giornalismo allo sport.
Vorresti ripetere le esperienza degli esordi di Collisioni, a Novello?
Sì. L'obiettivo è creare un format di evento diffuso; Collisioni a Novello era concentrato in un fine settimana, mi piacerebbe qualcosa di più dilatato, con un'offerta più trasversale nell'anno, in modo da dare supporto commerciale alle attività del territorio lungo i 12 mesi. Si esce forse dall'idea “tradizionale” di manifestazione, per una logica di visione della città e della sua comunicazione all'esterno. Ci saranno ancora eventi, non si è ancora deciso il luogo (Piazza o all'Altipiano, vedremo) in cui ad esempio il Dj radiofonico proponga uno spettacolo per un pubblico ampio: l'esempio è Fargetta in centro storico quest'estate – su cui ho spinto molto la Funicolare a farlo – perchè non nego che anche i Doi Pass mi piacerebbe entrassero in questo discorso più ampio e, nella logica di Movì, non ci siano solo eventi popolari o servizi commerciali aperti, ma un'offerta di livello, con la possibilità di investire risorse che spero continueranno ad arrivare dagli sponsor privati. Se si usano fondi comunali, questi vanno dirottati su iniziative con l'obiettivo di mostrarci anche al di fuori della provincia di Cuneo, perchè il fine è sempre quello turistico: fare conoscere Mondovì in altri spazi e in altri mondi, che oggi sono ancora un po' lontani. Quindi il percorso di Movì è quello di lanciare un lampo per farci notare ed entrare nel calendario degli eventi.
E per calendario degli eventi intendi quello provinciale?
Provinciale, ma perchè no, anche in ambito regionale. La Regione supporta molte iniziative e dobbiamo sfruttare questo canale. Ora è il momento di targettizzare e spingere su una visione: e la visione non può che derivare da una visione comune, ascoltando le persone che hanno voglia e danno disponibilità a mettersi in gioco.
Perchè prima lanciare un sasso e poi targettizare? Non avrebbe avuto più senso partire con una visione chiara da subito, quale ratio nel genericità prima e poi una scelta qualitativa?
Se noti siamo passati da Rose Villain alla PFM che canta De André, fino ad Ernia che adesso presenta un nuovo disco; diverse location e diverse tipologie di eventi. Ho studiato con dati alla mano per capire cosa abbiano portato questi eventi, quale potenziale cliente, le reazioni e cosa hanno portato. Nell'articolo di commento al Summer Vibes 2024 citavi l'artista che ha aperto Bob Sinclar, quest'anno hai notato la mancanza di una scaletta più organica. Con l'artista che c'era quest'anno non era possibile.
Per via del cachet o per le richieste dell'artista?
Gabry Ponte è un personaggio che fino a 5 anni fa aveva un costo ridotto, adesso costa 6 volte tanto. A Mondovì visto il contesto ed il potenziale pubblico, è costato meno degli eventi che fa nelle piazze o che farà a San Siro. Se Sinclar, con tutto quello che ne competeva, era l'artista giusto per quel momento e quel contesto, purtroppo non è facile trovare l'artista giusto e la possibilità che sia economicamente sostenibile. In Comune dobbiamo fare questo tipo di valutazioni: se non si può fare fronte a investimenti per questi eventi, va cercato un artista che garantisca un certo numero di biglietti venduti, altrimenti c'è un problema di entrate ed uscite. L'hype su Gabry Ponte c'è stato, problema principale – visto che l'evento pensato per la partecipazione di tante famiglie – è che è stato un set da discoteca e Tutta L'Italia viene eseguita come gran finale. Il bambino, e la famiglia con lui, che si aspetta un evento di un certo tipo, non rimane contento. Per cui se mi chiedi se sono stato contento del live di Gabry Ponte non posso dirti di sì; era la fine del percorso di questi 2 anni per comprendere le abitudini; è stato un banco di prova. Abbiamo portato nomi importanti in una città come la nostra, in un territorio dove io avverto un fermento. Anche tra i giovani (vedi la Scuola di Musica, la nascita di una nuova scuola di musica privata, la Scala del Re che vorrebbero venire a proporsi su Mondovì) ne Il Suono delle Scuole ho apprezzato – uno degli eventi che mi ha dato grande soddisfazione – che è stato trasformato in provinciale e mi piacerebbe diventasse un evento di base giovanile a livello regionale.
Quindi fotografando la città, c'è più fermento di quanto fosse stato manifestato: ora, come lo convogliamo?
Questa è la Domanda. Sono tanti gli eventi che in città stanno crescendo (torniamo su Illustrada, ma anche il raduno delle Mongolfiere che per noi può essere fonte di grande spinta a livello turistico nonostante dinamiche non sempre facilissime), abbiamo partecipato ad un bando del Ministero della Cultura per unire la musica, la cultura con le mongolfiere; aspettiamo gennaio se arriveranno i soldi da poter investirli sulle iniziative. Vogliamo lavorare per progetti che si colleghino tra loro e diano un'offerta continuativa nella nostra città. Adesso era il momento di mettersi insieme e lavorare insieme. Siamo partiti dalla musica per varie ragioni: io ho quel background, lo conosco meglio e penso che la musica sia uno dei mezzi migliori per comunicare e aggregarsi; fare l'assessore non vuol dire fare l'organizzatore di eventi e su questo, sono consapevole, devo ancora crescere.
Ruolo forse dell'amministratore è forse quello di creare gruppi di lavoro: stai imparando a fare il politico?
(sorride) Sì, forse è così. Fare l'amministratore in una città piccola come Mondovì richiede necessità di “sporcarsi un po' le mani” e al tempo stesso – e l'ho capito in questi tre anni – rispettare chi negli anni ha dato tanto per essa.
Quello che si nota e percepisce è un approccio operativo: quale può essere il problema – torniamo al Sunset Vibes - trasformare un codice estetico in un altro ti porta a veicolare un luogo rappresentativo sotto un'altra luce; ma qual è stato il valore aggiunto dell'evento 2025? Mettere tanta carne al fuoco, non rischia di essere controproducente: come apparecchiare un pranzo luculliano per chi ha patito la fame per anni; non è “too much”? Perdendo la visione di dove si voglia andare, si è finito per fare una serata da discoteca, in un posto diverso, ma nulla di più...
(Silenzio). Questo non posso dirti nulla.
Nel senso che ho ragione?
Quando abbiamo scelto l'artista avremmo avuto altre possibilità – non grazie a me, ma a chi si spende per la collettività: anche un djset dei Chemical Brothers. Nella visione del Sunset Vibes sarebbe stata la degna conclusione: i “Chemical” hanno già fatto djset in location simili, in luoghi suggestivi. Problema era il costo dell'iniziativa, notevolmente più alto. Torniamo quindi con i piedi per terra: siamo una realtà piccola di 22mila abitanti con esigenze differenti dall'evento al Belvedere; i problemi quotidiani sono davanti agli occhi dei cittadini (e vanno dal taglio dell'erba alla raccolta rifiuti). Gli eventi sono un accessorio a tutto il resto, per sé e di quello che deve contare per la vita della Città. Ho dovuto tenere in considerazione anche questo aspetto. Si presenta l'opportunità di fare Gabry Ponte, a rischio di andare in controtendenza rispetto al 2024, ho fatto la lista dei pro e dei contro, ed hanno vinto i pro: il primo dj a fare San Siro, e lo ripete a giugno prossimo, arrivato ad un target diverso andando a Sanremo... Mi sono detto “facciamolo!” Il mandato con gli elettori è di 5 anni, quindi verrò giudicato, tra meno di 2 anni. Mi sono detto: “ho l'opportunità di farlo, lo faccio”. Non nego altrettanto che forse, con il senno di poi, non fosse l'artista giusto per quel contesto. Non lo considero un errore, tanto più grave, perchè difendo la scelta, ma se Bob Sinclar è stata magia, quest'anno, anche più rodati, l'ho vissuto meno bene. Il tuo articolo di critica a livello tecnico è condivisibile, da amministratore leggere il titolo mi ha lasciato un po' interdetto: Ponte è stata una scelta necessaria che funzionava.
Non è che l'amministrazione abbia rincorso un po' di visibilità, oltre che per questioni di obiettivo a lungo termine, anche per necessità politica?
Su questo ti dico di no. Movì l'ho voluto io, in modo fermo. Mi sono sentito responsabilizzato dai voti presi e lavorando in un certo ambiente, mi son sentito in dovere di rispondere a richieste fatte e ancora di più delle aspettative create. In 2 anni se mi chiedi se sono soddisfatto di Movì non ti dirò di sì, perchè sono un perfezionista. Da un punto di vista organizzativo e di prospettiva ci terrei che Mondovì diventasse una città con fermento e in proposizione: c'è una scuola di musica che funziona, ci sono realtà che vengono a provare, mi piacerebbe artisti a registrare o a produrre, in cui ci sia una riscoperta culturale della città non solo dal punto di vista musicale, ma più ampia visto che ci sono opportunità che sono state sfruttate poco fino ad oggi perchè si è lavorato molto a compartimenti stagni. Prendi il Polo delle Orfane, il Museo della Stampa, o l'ex Tribunale sono luoghi prevalentemente vuoti che meritano essere riempiti e messi in collegamento gli uni con gli altri, in una visione complessiva. Se nel 2027 riesco a proporre un evento diffuso, con artisti diversi a Mondovì che mandano messaggi, spunti di riflessione per il territorio, lo interpreterò come un evento vincente: avrò lasciato qualcosa oltre all'evento e lasciato un messaggio. L'ente manifestazioni è un punto che può essere importante, ma che andrà gestito. Noi in questo momento lavoriamo molto con WakeUp, che però è un'associazione privata; in futuro si vedrà, ma dobbiamo esser pronti e sapere cosa vogliamo fare.
Il rischio non è che ti limiti a dare a ciascuno il suo, senza indirizzare; gli eventi che generano ricadute sono quelli che hanno forte connotazione, altrimenti si trasforma uno stimolo in un prodotto commerciale?
La visione è calzante, ma è normale che a te non arrivi. Siamo partiti all'opposto di Collisioni. Abbiamo fatto dei tentativi e visto che i soldi non crescono sugli alberi, ci siamo posti questa domanda: “ma la gente, cosa cerca?” se vuole spendere dei soldi, visto che non ne è detto che ne abbia molti a disposizione, cerca qualcosa che lo possa soddisfare, e per me questo si chiama esperienza. E noi abbiamo cercato di ragionare proprio su questo tema. Tra un mese, un mese e mezzo, penso di poterti già dare una visione di quello che potrà essere Movì 2026.
Qual è il bisogno per il prossimo anno a tuo avviso?
Il target è quello di ampliare la visione. Il bisogno, quello di entrare in una città dove si avverta autenticità e storia: il turista cerca posti veri, dove si possa respirare aria genuina di quello che succede sul territorio. Qui la può trovare: ci sono ancora situazioni reali, nel bene e nel male, dai contenitori vuoti da rigenerare a luoghi che trovi qui e in pochissimi altri posti (vedi la chiesa della Missione e le pitture del Pozzo che trovi qui, a Trento e Roma). Vorrei arrivare al punto che la gente sceglie di venire a Mondovì perchè si innamora della città per quello che sa offrire, in modo organico, da quello che c'è a quello che accade. E come visto sulla cultura, lo stesso discorso vale per lo sport: la Gran Fondo delle Alpi del Mare è stata cercata e voluta per questa ragione. Il ciclo turismo ha grandi potenzialità, e il nostro territorio è perfetto: sullo sport abbiamo ancora delle idee e nel 2026 lavoreremo ancora di più anche su questo filone.
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