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02 Dicembre 2025 - 16:50
L'ottenimento dell'automatismo per l'attivazione della clausola di salvaguardia rappresenta un passo avanti, ma le condizioni per l'attivazione non consentono una tutela reale ed efficace per il riso dalle importazioni dai paesi asiatici, lontani dagli standard di produzione dell'Ue, dal punto di vista dei diritti dei lavoratori e della tutela dell'ambiente, mettendo in serio rischio la tenuta del settore. Coldiretti afferma ciò dopo l'accordo di trilogo raggiunto nella tarda serata di ieri.
Le condizioni definite nell'accordo prevedono l'attivazione della clausola al superamento delle 561mila tonnellate, con possibilità di revisione annuale e con una quota per l'anno successivo all'attivazione della salvaguardia (TRQ) presumibilmente bassa, che consentirà un'applicazione anticipata come richiesto da Coldiretti e Filiera Italia.
«La quota resta comunque inspiegabilmente alta, con la Commissione a guida Von der Leyen che sembra non tener conto che del fatto che molto di questo riso viene coltivato anche con lo sfruttamento del lavoro minorile, oltre che con l’utilizzo di pesticidi, come il triciclazolo, vietati in Europa da anni, finendo per sacrificare il riso italiano sull’altare di altri interessi. Oltretutto, le importazioni hanno appena superato le 540mila tonnellate e pesano anche sull'andamento del prezzo di alcune varietà di eccellenza come l’Arborio che ha subito una perdita del 35% del valore rispetto allo scorso anno. Importazioni che colpiscono gli agricoltori senza avvantaggiare i consumatori e che saturano il mercato» afferma Roberto Guerrini, membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega territoriale al settore risicolo.
«Gli arrivi sono, peraltro, spesso favoriti da accordi commerciali con i paesi Extra Ue oppure, come in questo caso specifico, a vantaggio di Paesi beneficiari del regime EBA - Everithings But Arms (tutto tranne le armi) che, dal 2009, hanno causato un aumento sfrenato delle importazioni che sono passate da 9 a quasi 500 milioni di chili, generando concorrenza sleale – fanno notare Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Questa dinamica, senza una clausola automatica efficace, potrebbe amplificarsi con eventuali futuri accordi tra Ue e India, ma anche con il Mercosur che prevede, a regime, importazioni a dazio agevolato pari a 60mila tonnellate. A rischio è il futuro di un settore che detiene il primato europeo con l’Italia che garantisce oltre il 50% dell’intera produzione di riso della Ue di cui è il primo fornitore, con una gamma di varietà e un livello di qualità uniche al mondo. Il Piemonte conta 8 milioni di quintali, circa 1900 aziende per un totale di 117 mila ettari».
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