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«Ciao Giorgio, mi mancherai, mancherai a tanti»

Il ricordo intimo e profondo di un amico che racconta Piergiorgio Giacchino, l’uomo dietro l’impegno politico e civile

«Ciao Giorgio, mi mancherai, mancherai a tanti»

Ho letto della dipartita di Piergiorgio Giacchino, Ho letto del suo impegno nella lotta contro l’inquinamento prodotto dall’ex-Acna di Cengio. Ho letto del suo impegno a favore degli ex lavoratori Acna portata avanti con l’Associazione ALA da lui fondata.

Ho letto della sua ultima battaglia contro l’inceneritore di rifiuti ipotizzato a Cengio. Ho letto della sua pluriennale attività amministrativa come sindaco di Camerana, come consigliere ed assessore della Provincia di Cuneo. Ho letto del suo periodo di presidenza della Comunità Montana Alta Langa. Insomma, ho letto tutto e di più sulla sua vita pubblica.

Manca in tutte queste mie letture la rappresentazione di Giorgio come uomo, come persona, come, nel mio caso, amico. E sì, perché Giorgio per me era un riferimento “pubblico”, ma era soprattutto un amico, un uomo a cui affidarmi per un consiglio, per una parola di incoraggiamento, per una chiara lettura delle nuove vicende umane, non solo collegate ai meri problemi localistici, che fossero fabbriche inquinanti o potenziali impianti di incenerimento.

 

 

No, con Giorgio guardavamo al mondo nel suo complesso e, ultimamente, probabilmente anche per ragione di età che avanzava inesorabilmente, con un certo pessimismo, soprattutto da parte sua. Cercavo di incoraggiarlo, soprattutto per il fatto che senza la sua verve, la sua voglia di cambiare il mondo, mi sarei trovato in grosse difficoltà esistenziali. Gli dicevo: «Ma dai, tranquillo, il mondo è sempre andato avanti, vuoi mica che si fermi perché noi siamo un po’ vecchi e stanchi».

Mi rispondeva, da buon conoscitore della storia: «Indubbiamente è sempre andato avanti, ma ha anche avuto qualche periodo di pausa, di freno a mano tirato». Poi ritornava la sua immutabile voglia di fare, fino a poco tempo fa, quando la malattia che lo stava inesorabilmente e letteralmente divorando gli ha impedito di lottare per la sua ultima definitiva
battaglia: impedire la costruzione a Cengio dell’inceneritore di rifiuti urbani.

Ma, al di là del suo essere personaggio pubblico, voglio ricordare Giorgio come mio amico, come il ragazzo con cui ho fumato la prima sigaretta, sono andato in giro in macchina per andare a ballare, per cantare d’autunno vicino al fuoco di un falò acceso per fare le caldarroste. Per andare a quelle cene povere, improvvisate cui il vino dava un po’ di calore ed apriva alle confidenze.

Per confidarsi i primi amori: per sfogarsi per quelli finiti male. Per avere vissuto insieme il più bel periodo della nostra
vita: la giovinezza.

 

 

Ciao Giorgio, dire che mi mancherai è un bugiardo eufemismo. Niente sarà più come prima, almeno per me. Mi rimane solo più un impegno oltre a inviare a tua moglie ed ai tuoi figli le mie più sincere e sentite condoglianze: fare in modo che quello per cui ti sei sempre battuto, cioè un mondo diverso, migliore, non sia più un sogno di due ex ragazzi, ma una realtà.

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