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Sanità e legalità: protocollo per i nuovi ospedali piemontesi

Protocollo di legalità per i piani sanitari in Piemonte: controlli rafforzati, anagrafe degli esecutori e banca dati dei cantieri per prevenire infiltrazioni della criminalità organizzata nei 11 nuovi ospedali, 30 ospedali di comunità e 91 case di comunità

Sanità e legalità: protocollo per i nuovi ospedali piemontesi

Tenere gli interessi della criminalità organizzata fuori dalla costruzione dei nuovi ospedali previsti in Piemonte è l’obiettivo del protocollo di legalità sottoscritto in Prefettura a Torino.

A firmare il documento sono stati il presidente della Regione Alberto Cirio, il prefetto di Torino Donato Cafagna e gli altri prefetti piemontesi. Presente anche l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi.

Il protocollo sarà applicato per la realizzazione delle opere del piano di edilizia sanitaria, che prevede la realizzazione di 11 nuovi ospedali, 30 ospedali di comunità e 91 case di comunità.

«La Regione - hanno specificato il presidente Cirio e l’assessore Riboldi - è in prima linea nella difesa della legalità e nella prevenzione di ogni forma di criminalità e si è dotata di un organismo di vigilanza specifico che ci accompagna nel percorso di realizzazione del nostro piano di edilizia sanitaria. Sappiamo che dove ci sono grandi appalti, purtroppo, c’è il rischio che si generi l’interesse della malavita e questo accordo è quindi davvero importante perché ci dice che, in particolare quando parliamo di ospedali ovvero di cura delle persone, le grandi opere si possono e si devono fare tenendo alta la guardia a difesa della trasparenza e della legalità. Un obiettivo che dobbiamo perseguire tutti insieme, ognuno con le proprie competenze e i propri strumenti».

«Un passo importante - ha sottolineato il prefetto Cafagna - per rafforzare ulteriormente i presidi di legalità al fine di scongiurare il rischio di infiltrazione delle mafie nell’attuazione di un piano di tale portata, che avrà un impatto sull’economia regionale molto significativo e che pertanto potrebbe attirare le mire della criminalità».

 

 

Il protocollo disciplina le attività di vigilanza e controllo durante le fasi di affidamento e realizzazione dei lavori. In particolare, prevede un sistema rafforzato di controlli sugli operatori economici coinvolti, tutti tenuti a essere iscritti all’anagrafe degli esecutori. La vigilanza sarà estesa anche alla fase di approvvigionamento di beni e servizi e all’ingresso nei cantieri, dove sarà istituita una banca dati dedicata. Sono inoltre previsti presidi di controllo permanenti e un’intensificazione della collaborazione con i gruppi interforze antimafia delle forze dell’ordine, con l’obiettivo di prevenire qualsiasi rischio di infiltrazione o condizionamento da parte della criminalità organizzata.

A questo accordo quadro seguiranno presso ogni Prefettura ci saranno i protocolli provinciali. Gli strumenti sono tanti: la repressione, che vede impegnati Autorità e polizia giudiziaria, la prevenzione condotta dai gruppi interforze antimafia che lavorano in Prefettura, danno luogo alle interdittive antimafia, verificano le iscrizioni nelle “white list”, monitorano le diverse società attive sul territorio.

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