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«Lavoro 15 ore al giorno, ma non arrivo a fine mese»: Così muoiono le botteghe di paese

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La bottega con il cartello "vendesi" e, nel riquadro, Luisella, la titolare

«La situazione è diventata insostenibile. Lavoro 15 ore al giorno, mi sveglio alle 6 ogni mattina e torno a casa dopo le 21 per arrivare, se va bene, in pari a fine mese. Il controsenso è che il lavoro fortunatamente non manca, anzi. Sul bancone propongo prodotti di alta qualità, provenienti da tutta Italia, e ho una clientela affezionata, che apprezza e che viene da me partendo dal Monregalese e dalla Langa. Eppure, conti alla mano, dopo aver pagato le bollette, sempre più salate, l’affitto e i fornitori, non mi rimane nulla in tasca. Sono costretta a vendere l’attività, o comunque a chiudere la mia bottega, se non dovessi trovare un acquirente». A parlare, con il groppo in gola, è Luisella Napoletano, esercente di Piozzo, che da cinque anni gestisce con maestria “La Bottega”, negozio di alimentari apprezzatissimo per la varietà di cibi proposti, anche di nicchia, alle prese però...

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