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Dalla furia del Tanaro all’intreccio della vita, il nuovo libro di Graziella Dotta

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«Un ragazzo con la canoa cerca di salvare i vitelli ancora legati nelle stalle completamente allagate, li raggiunge, si immerge per slegarli e li guida con la canoa verso la salvezza. Quello che fa è poesia. È il simbolo dell’umanità in mezzo alla tragedia. L’umanità che restituisce il valore alla vita di ogni tipo». Il 5 e 6 novembre 1994 sono giorni ben impressi nelle nostra memoria. La scrittrice carrucese Graziella Dotta (già vincitrice del premio letterario “La Quercia del Myr”) è al suo quarto romanzo edito da “Primalpe”. Al centro, l’alluvione del Tanaro, attorno a cui sono ricamate tutta una serie di storie e con in mezzo un bel salto temporale di 25 anni. «Racconta una pagina triste, angosciante e al contempo bella di questa provincia», per rifarci alle parole utilizzate dal giornalista Gianni Martini nel presentare il volume dal titolo “Ciò che rimane”. «Anche se non ho subìto danni...

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