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Il progetto-pilota di Carrù: “cardioproteggere” tutta la popolazione, grazie ai giovani

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Li chiamano i “first responder” ovvero i primi a rispondere in caso d’emergenza. Il Comune di Carrù parte da loro, dalla loro formazione nel tempo, per «decuplicare» i tassi di sopravvivenza in caso di arresto cardiaco improvviso. L’esempio, virtuoso, arriva da altri stati, come la Svizzera o l’Oregon negli Stati Uniti che negli ultimi 40 anni hanno saputo avviare grandi progetti collettivi. C’è la delibera comunale di indirizzo, per fare di Carrù una città “cardioprotetta”. Presto arriveranno i primi due Dae da piazzare (oltre ai tre esistenti) in piazza Perotti e presso la Biblioteca. E intanto, come detto, è stato offerto a tutti i neomaggiorenni il corso di primo intervento. Maurizio Arnaldi, presidente del Gruppo Volontari del soccorso di Clavesana, ci parla di questo progetto avviato con la start up “Modus Operandi”, che sta lavorando su più fronti. Da un lato un nuovo “dispositivo” in grado di sentire il respiro...

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