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11 Luglio 2017 - 09:00
TRAMA
Durante un corso per il recupero dei punti della patente Scanio racconta gli avvenimenti accadutigli nell’ultimo anno trascorso della sua vita: parlando del suo mestiere di riparatore di macchine per caffè, nel suo laboratorio domestico sito nella provincia piemontese, assillato dalle tempistiche imposte dal suo capo; le difficoltà a relazionarsi con gli altri e il rapporto con lo zio e gli amici, tramite cui conoscerà una ragazza inglese con la quale intraprenderà una relazione sentimentale.
https://www.youtube.com/watch?v=6TT2YQ5-69c
Primo lungometraggio del regista Paolo Mitton: torinese trapiantato a Londra, che ha lavorato come tecnico degli effetti speciali nella saga di “Harry Potter” e nella “Fabbrica di cioccolato” di Tim Burton, offre la sua esperienza internazionale in dono alla quiete delle colline della langa e del monregalese, e decide di farlo coinvolgendo persone e territorio locali, avvalendosi oltre alla scenografia naturale e paesaggistica delle nostre zone anche della collaborazione dell’amico scrittore Francesco Scarrone, affermato autore monregalese impegnato con lui in una stesura a quattro mani della sceneggiatura, tra gli interpreti principali un ruolo importante anche per Elena Griseri, attrice che ha lavorato in un numero sterminato di spettacoli, a livello locale ma non solo; tra gli altri rappresentati della Granda si annoverano gli attori Fabio Marchisio, Beppe Rosso e Paolo Giangrasso.
E poi appunto le ambientazioni: la pianura cuneese, le colline nostrane e gli scorci di Carrù e Mondovì, dalle vedute più famose agli angoli più nascosti; un motivo di interesse in più questa commedia anticonvenzionale, con un suo ritmo tutto particolare da pellicola impegnata, che accelera in una godibile corsa come quella di Scanio con la sua auto, che gli costerà la patente. Scanio è il classico personaggio capitato nel tempo sbagliato, in una società sbagliata, che seppure si trovi in provincia viaggia troppo veloce per lui: artigiano dai ritmi lenti, profondo conoscitore degli oggetti che non serbano segreti per lui e che più che riparare pare curare come un medico dei meccanismi; e poi c’è l’altra faccia della medaglia, le persone e i loro comportamenti, che sono un enigma irrisolvibile, lo costringono ad un tenue isolamento involontario e disinteressato; un protagonista decisamente difforme dagli standard attuali, recuperato in qualche momento del passato e proiettato nel nostro presente, capace di resa ironica e sfumature riflessive, che sarà costretto a "riparare" anche la sua vita.
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