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11 Settembre 2025 - 10:14
foto di Barbara Ledda
Martedì 9 settembre l'Italia ha perso una voce letteraria originale e inconfondibile: Stefano Benni, bolognese, è stato uno scrittore unico e versatile, ma soprattutto un artista completo, collaboratore di settimanali come "L'Espresso" e "Panorama", "Cuore" e "Tango". Proprio su una rivista, "Il Mago" esordì e pubblicò il "Bar Sport" che rimase poi il suo cavallo di battaglia. Benni per tutti è colui che ha consolidato il mito del Bar Sport, facendolo diventare un topos letterario. Pochi sanno che fu anche autore televisivo e teatrale (era l'autore del primo Beppe Grillo) e che lavorò anche per il cinema: sua è la sceneggiatura di "Topo Galileo", un film che non lasciò particolarmente il segno, ma che fu un incontro di talenti che non si ripeté più: la colonna sonora era firmata da Fabrizio De Andrè e Mauro Pagani, la regia da Gabriele Salvatores, l'attore protagonista era Beppe Grillo.
I libri di Benni sono tutti da rileggere: ha scritto di tutto, romanzi, testi teatrali, libri di poesie (con uno stile personalissimo, informale, ironico), raccolte di racconti. Vorrei proporre qui una breve antologia che non vuole essere esaustiva, ma al massimo rappresentare un punto di partenza per qualcuno che non abbia mai avuto occasione di incontrare il lavoro di Benni. Oppure, per chi li ha letti e li vuole ripercorrere.
Il romanzo di esordio di Benni è anche uno dei picchi più brillanti della sua produzione. Si parte dalla fantascienza distopica, un pianeta terra devastato da sei guerre mondiali che lo hanno reso invivibile: parte la missione delle potenze mondiali alla ricerca di un nuovo pianeta da popolare. Evidentemente tutti vogliono essere i primi a colonizzare il nuovo mondo e a impadronirsene. Come già "Bar Sport" per certi versi, Benni parte da un cliché che lavora in chiave parodistica. Questa trama di base, tra la letteratura di viaggio e la fantascienza, tra il fantasy e la satira, diventa un baule ricolmo di invenzioni esilaranti, dalla nave dei giapponesi, guidata da topi ammaestrati, all'accozzaglia di personaggi improbabili sulla nave scassatissima della delegazione sineuropea e la gigantesca nave della potenza amerorussa. Ci sono videogame che ammazzano i giocatori al game over e misteriose profezie inca, favole nere improbabili e "Il prontuario del colonizzatore spaziale". Una "Guida galattica per autostoppisti" all'italiana ancora più folle e divertente.
Forse il suo romanzo più famoso, anche per via della codificazione della "Pallastrada", ovvero del calcio giocato dai ragazzini in qualsiasi contesto, tra infiniti elementi di disturbo e ostacoli, dalla grondaia all'auto che passa. La storia di un gruppo di orfani ospitato da uno strampalatissimo orfanotrofio (tra crocifissi di mollica di pane e sacerdoti che odorano di cavolo), che fuggono per partecipare al campionato mondiale di pallastrada. Uno dei punti di forza eccezionali del romanzo è la narrazione, costantemente filtrata dall'immaginazione dei protagonisti, che di per sé è satira, a cominciare dalla visita annuale in Vaticano dell'orfanotrofio, per vedere "La grande meringa". Un'antica profezia è il leitmotiv di un romanzo che fa di uno spericolato equilibrismo tra descrizione realistica, surrealismo, satira e fantasia il suo punto di forza, un'alchimia inedita che conquista il lettore e lo immerge in un'atmosfera in cui è difficile riconoscere il confine tra realtà e sogno e in cui la fiaba può trasformarsi nel dramma più tragico e sublimarsi nella forza archetipica e ancestrale del racconto di un profeta.
In una produzione che si distingue per una coerenza abbastanza rigorosa nel riproporre temi, personaggi e, in generale, una voce sempre piuttosto disinvolta e scanzonata nel fare ironia e trasfigurare la realtà con infinite invenzioni satiriche, "Achille Piè Veloce" brilla per la sua diversità. Il protagonista, Ulisse, valuta testi di aspiranti scrittori: un giorno riceve il manoscritto di un geniale autore, Achille, che si cela sotto uno pseudonimo omerico. È un ragazzo affetto da una pesante disabilità, che nella lettura e nella scrittura ha trovato una ragione di vita. Ne nasce un'amicizia e un rapporto che si fa a tratti feroce, ma che cambierà profondamente Ulisse. Lo spunto della trama è simile a quello di "Profumo di donna", leggendario film di Dino Risi, per un romanzo genuinamente Benniano e tuttavia dai toni molto diversi dagli usuali. In Achille l'autore ha riposto forse il suo alter ego più curioso.
Fantasmagoria genuinamente fantasy, è un viaggio sfrenato quasi dantesco, dai toni pesantemente satirici e dalla trama caleidoscopica. In una "Tristalia" governata da strambi personaggi (tutti ritratti parodistici), pesantemente inquinata in cui governa un supercomputer, il geniale Elianto deve sconfiggere il governo ad un quiz (anche qui il nemico è il Governo un po' come in "Supergiovane" di Elio e le storie tese"). È però costretto a letto da una malattia: i suoi sogni e le sue visioni costituiscono il nerbo del libro e raccontano il viaggio di alcuni personaggi alla ricerca di un rimedio che possa salvarlo. Una storia estremamente complessa ma anche estremamente divertente, tra diavolesse sexy e improbabili filosofi.
Fin qui abbiamo trattato i "classici" di Benni. Altri sarebbero imprescindibili, "Baol", le raccolte di racconti dedicate al mondo dei bar, che costituiscono un po' i suoi pezzi più noti, o titoli come "Saltatempo", "Margherita Dolcevita", "Comici spaventati guerrieri" (curiosa rilettura del "Pasticciaccio" di Gadda). "Spiriti" è meno celebre di altri, ma irresistibile. Al centro di tutto, l'organizzazione di un mastodontico concerto, evento straordinario intorno al quale si affollano i signori della guerra e gli spiriti della natura, in una surreale lotta. Il concerto riuscirà ad avere luogo? Un romanzo di straordinario divertimento, per il lettore e, c'è da giurarlo, per l'autore, con alcune scene assolutamente memorabili e dallo spirito impertinente e rock 'n roll.
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