“Museo della ceramica Ettore e Marco Levi”: nel decennale dell’inaugurazione uno dei gioielli dell’offerta turistica e cultura di Mondovì si rinnova con una dedica importante. Un riconoscimento alla famiglia Levi e soprattutto a Marco Levi, ideatore e promotore del Museo a cui ha donato la sua importante collezione di ceramiche. Giovedì 17 settembre è stata scoperta ufficialmente la targa, ovviamente in ceramica, all’ingresso di palazzo Fauzone di Germagnano in piazza Maggiore. La targa è stata ideata da Ilaria Bossa con lo studio Manfredi di Mondovì, a cui è anche dovuta la concezione del nuovo portone d’ingresso.
All’evento hanno partecipato anche il nipote di Marco Levi (e presidente onorario della Fondazione Museo della Ceramica di Mondovì) Guido Neppi Modona e Dario Disegni presidente della comunità ebraica di Torino.
Un momento importante, accompagnato dalla mostra “Il libro dello splendore (Zohar), monotipi e acquerelli”. Vi sono esposte 18 opere fra acquerelli e monotipi, oltre a un dipinto, eseguiti dall’artista Filippo di Sambuy e scelti dalla Fondazione. Esposizione curata da Ermanno Tedeschi, insieme al catalogo edito da Silvio Zamorani
«Sono certo che la Mostra su “Il Libro dello Splendore” (Sefer ha -Zoar) avrebbe fatto particolare piacere a mio Zio Marco Levi, ideatore e fondatore della Fondazione del Museo della Ceramica, purtroppo mancato prima di vederlo nascere – scrive Guido Neppi Modona, Presidente onorario Fondazione Museo della Ceramica di Mondovì –. Questa mostra dedicata a Marco Levi e istituita nel Museo a Lui intitolato suona quindi come un doveroso riconoscimento della Sua funzione, meno conosciuta ma coltivata per tutta la Sua vita, di divulgatore della cultura e della religione ebraica».
Le opere esposte rappresentano, in modo immaginario, alcuni concetti e frasi dello Zohar (Libro dello Splendore), opera, scritta parte in ebraico, parte in aramaico, che assume la forma di un commento mistico e allegorico al Pentateuco. «Filippo Sambuy, artista eclettico e di spessore culturale – afferma Ermanno Tedeschi – da alcuni anni ha deciso di studiare la dottrina ebraica, cercando di interpretarla attraverso le sue opere nel rispetto totale della tradizione, che impone forti limiti all'uso dell'immagine. Gli acquerelli, le carte preparatorie e i quadri di Sambuy – conclude Tedeschi – emanano un’autentica luce di splendore attraverso i colori e le forme, che riprendono concettualmente in modo delicato e ineccepibile lo spirito dello Zohar. Questa mostra è sicuramente il modo migliore per rendere omaggio a Marco Levi. Ultimo ebreo della plurisecolare comunità ebraica di Mondovì, riuscì non solo a trasformare l’importante esperienza industriale e artistica della ceramica monregalese nell'attuale prestigioso museo, ma soprattutto lasciò a Mondovì il ricordo di un imprenditore illuminato da straordinaria generosità e saggezza”.
L’opera di Filippo di Sambuy, “Il libro dello Splendore” – scrive Andreina Galleani d’Agliano, Presidente, Fondazione Museo della Ceramica di Mondovi – costituisce, con la sua delicata, luminosa e contemporaneamente deferente interpretazione dello Zohar, uno splendido omaggio a Marco Levi, completando un itinerario già affrontato nel 2013 dalla Direttrice Christiana Fissore, che aveva voluto onorare la matrice ebraica del museo con una mostra dedicata ai candelabri a nove bracci che si accendono in occasione della festività ebraica di Hanukkah».
La mostra, aperta negli abituali orari del Museo (venerdì e sabato: 15-18; domenica: 10-18), sarà visitabile fino al 5 novembre ed è stata realizzata con il patrocinio del Comune di Mondovì e della Regione Piemonte, promossa dalla Fondazione Museo della Ceramica di Mondovì ed ha il sostegno della “Fondazione Compagnia di San Paolo” e della “Fondazione CRC”.
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