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04 Settembre 2025 - 09:47
La sesta serata della Novena in preparazione alla Festività della Natività di Maria dell'otto settembre al Santuario di Vicoforte ha visto protagonista il vescovo di Rreschen Gjergj Meta. La serata era particolarmente dedicata alle zone pastorali delle Valli Ellero e Pesio, che hanno risposto ed hanno raggiunto la basilica in pellegrinaggio. Presenti come sempre il vescovo di Mondovì e il Rettore del Santuario don Flavio Begliatti per celebrare insieme al predicatore ospite. Nella sua Omelia, mons. Meta ha parlato del tema dell'unità della chiesa, ed ha proposto alcune testimonianze di santità di persone comuni, parlando anche della peculiare realtà della sua Diocesi. «La Chiesa è la comunità dei battezzati chiamati dal Signore, radunati intorno a lui. Questa sera siete Chiesa, c’è il vescovo, ci sono i presbiteri, religiosi e religiose e fedeli laici. Siete la chiesa, una, santa cattolica e apostolica. Quando è stato formulato il Credo, la Chiesa aveva molti problemi dottrinari. Gesù Cristo è solo uomo o anche Dio? C’era questa divisione della dottrina. I padri si riuniscono e fissano un’unica dottrina. All’unita della dottrina però doveva corrispondere l’unità dei fedeli. Per questo la chiesa è una. Una è la dottrina, una è la chiesa, unica è la comunità dei fedeli. La Chiesa viene dal costato di Cristo, quando sulla croce viene trafitto dalla lancia esce sangue e acqua. Questo è il battesimo e l’Eucarestia. Da questo sacrificio di Cristo viene l’unica Chiesa. Non ce l’abbiamo fatta come tante cose anche nell’unità non ce l’abbiamo fatta, ci siamo separati e divisi. La Chiesa tuttavia resta una, perché Cristo è uno, e il suo sacrificio è unico. I cristiani hanno in molti casi dato la vita per l’unità della chiesa. Stasera vi riporterà tre testimonianze. La prima ricorda quando nel 1944 il comunismo entrò in Albania e voleva fare piazza pulita della religione. La conseguenza fu quasi un centinaio di preti uccisi e vescovi fucilati, uno di loro era il vescovo di Durazzo, a capo dei 38 martiri della Chiesa in Albania, perché non accettò di rompere l’unità con il santo padre. Il secondo punto la Chiesa Santa. La santità della Chiesa è la santità dei suoi membri. È una santità che deriva da Dio. Quando nel 1967 furono chiuse le chiese e vietato il culto ricordo la figura di Brenda, madre di 10 figli che lavorava nei campi e mi raccontava che ogni giorno portava cinquanta chili di grano, di mais o piccole pietruzze. In una mano avevo uno dei bambini che portavo con me nei campi.
Con una mano buttavo per strada camminando un chicco di grano per ogni Ave Maria, per recitare il Rosario. La terza testimonianza è un episodio che mi è accaduto. Io sono vescovo e parroco perché ho solo cinque sacerdoti, e quindi dico la Messa in diverse parrocchie. Un giorno sono andato in un paese di montagna, sotto la neve, pensando che non avrei trovato nessuno. Invece c'erano due signore anziane incamminate sotto la neve. Ho dato loro un passaggio e mi sono scusato per averle fatte uscire con quel tempo. Loro mi hanno risposto: «Se non si esce per la Messa per cosa si deve uscire? Non ho fatto omelie quel giorno: l'avevano fatta loro a me».
La settima sera vedrà sul pulpito ancora Mons. Meta. Sono attese in Basilica particolarmente le componenti diocesane dei Ministri della Comunione, della Caritas e degli ammalati. Come sempre, l'appuntamento è alle 20 per il Rosario e alle 20.30 per la celebrazione e la processione aux flambeaux finale.
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