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16 Giugno 2017 - 07:39
Era sicuramente il protagonista più atteso della sfida tra la formazione 2001 del Tre Valli ed i pari età del Torino Calcio che domenica mattina ha aperto la giornata di festa del Tre Valli. Francesco Bongiovanni, passato quest’estate dalla società villanovese a quella granata non ha deluso le attese: pur nel contesto di un’amichevole ha fatto subito vedere le sue grandi doti di palleggio, tiro, e movimenti sul campo. Maglia numero nove portata con disinvoltura e appellativo di “bomber” già conquistato con i compagni: per Bongiovanni un bellissimo ritorno a casa sul campo di Pianfei con festeggiamenti finali con nuovi ed i vecchi compagni.
Come ti sei trovato in questo primo anno in granata?
Mi sono trovato decisamente bene fin da subito, lo staff è molto preparato, ho imparato tante cose e avuto l’opportunità di giocare tante partite.
L’impatto con una realtà così diversa è stato complesso?
Sapevo che sarebbe stato difficile ed stato un bel salto, ma sono riuscito sfruttare bene l’occasione, a giocarmi le mie carte e ad inserirmi al meglio, anche con i compagni, in un ambiente famigliare. È stata una bella esperienza che mi ha portato anche ad una selezione con la nazionale.
Nel Monregalese le tue qualità erano note da tempo, ti seguiva anche la Juventus, ma questo “salto” sembrava non voler mai arrivare…
È vero, ma sono soddisfatto di aver fatto la scelta giusta a questa età. Partire troppo presto, restare tanto lontano dalla famiglia non sarebbe stata la soluzione migliore.
Come siete andati quest’anno nel campionato Under 16?
Siamo arrivati sesti, purtroppo abbiamo mancato i play off per un punto, ma dal punto di vista del gioco è stata una buona annata.
In che ruolo hai giocato?
Ho fatto la punta, l’esterno sinistro o il trequartista segnando nove reti.
Vivi o Torino?
No frequento la scuola a Mondovì (il “Cigna”) e viaggio in treno, quattro volte alla settimana più le partite alla domenica.
L’idea di fare una carriera da professionista pesi possa essere la tua strada?
Speriamo…
Tra i tanti abbracci a fine gara uno speciale è stato sicuramente quello con il suo ex allenatore Franco Bertola, che lo ha seguito per cinque anni fino all’ultima stagione in maglia gialloblù. «È una grande soddisfazione vedere un ragazzo arrivare a questi livello ed è per me un motivo di orgoglio. Se lo merita, fin da quando era piccolo è sempre stato il primo ad allenarsi, oltre a fare incetta di premi in tutti i tornei. Ha le capacità, la “testa” e l’umiltà per andare avanti. Sono quasi sicuro che riuscirà ad arrivare nel calcio professionistico».
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