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15 Luglio 2025 - 14:59
Il logo del colosso Apple Inc.
Caricabatterie, cavi e custodie per telefoni cellulari, marchiati Apple ma presumibilmente contraffatti, sono stati al centro di un'indagine che ha coinvolto l'azienda Fonex srl di Sant'Albano Stura. Specializzata da quasi trent’anni nella produzione e distribuzione all'ingrosso di prodotti elettronici e accessori per la telefonia mobile, si trova ora nei guai legali. Il presidente e l'amministratrice della società sono infatti sotto processo con l'accusa di commercio di prodotti falsificati, a seguito del sequestro di circa 5.600 articoli considerati fraudolenti da parte della Guardia di Finanza di Mondovì.
L'intervento delle Fiamme Gialle è avvenuto nel maggio del 2020, in seguito a una denuncia presentata da un'organizzazione incaricata, per conto di diversi marchi, della tutela dei diritti d’autore e industriali. La Apple si è costituita parte civile nel procedimento giudiziario legato alla presunta contraffazione. Nell’ultima udienza, il titolare della Fonex, G.B.S., ha dichiarato: «Non siamo distributori ufficiali di alcun marchio, ma acquistiamo da distributori ufficiali sul mercato».
L'origine delle contestazioni risiederebbe in una serie di acquisti effettuati presso diverse aziende italiane, inglesi, austriache, tedesche e cinesi. Questi fornitori, con cui la Fonex ha interrotto i rapporti commerciali in seguito all'indagine, continuano comunque a operare nel mercato. Secondo l'imprenditore, il problema risiederebbe nei meccanismi operativi di Apple: «Non essendo possibile verificare l'originalità del prodotto, viene effettuato un controllo visivo a campione: teniamo un prodotto originale come campione, acquistato da un negozio Apple». I controlli sono affidati al personale del magazzino. In questo caso, le presunte irregolarità potrebbero essere riconducibili al fatto che i prodotti considerati contraffatti non corrispondessero ai numeri seriali riportati sul prodotto e sulla confezione.
Il Tribunale di Cuneo
Situazioni simili, ha aggiunto il presidente della Fonex, si erano già verificate in passato con il marchio Nokia: «La Nokia non consentiva di effettuare verifiche sull’originalità dei prodotti; solo in seguito è stata introdotta la possibilità di verifica tramite codici e un ologramma». Nelle relative vicende giudiziarie, il rivenditore di Sant'Albano era comunque risultato estraneo: «Ai fornitori chiediamo sempre una dichiarazione di originalità del prodotto», ha evidenziato l’imputato. Tuttavia, questa precauzione non è stata sufficiente ad evitare conseguenze. Il prossimo 4 novembre, il giudice si pronuncerà sulla richiesta di perizia avanzata dalla Procura.
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