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02 Novembre 2025 - 09:35
C’è anche un insegnante savonese tra i cinque indagati della maxi operazione condotta dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Torino a contrasto della pedopornografia online che ha portato all'arresto di 5 persone in flagranza di reato.
L'inchiesta, nata nel Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online e coordinata dalla procura di Torino, è proseguita anche sotto copertura, permettendo di delineare 22 posizioni meritevoli di approfondimento investigativo per aver condiviso e scaricato file, immagini e video di pornografia minorile.
L'esecuzione dei decreti di perquisizione emessi dai pm torinesi, avvenuta con la collaborazione del C.O.S.C. Milano e delle Sezioni Operative di Asti, Biella, Cuneo, Imperia, Novara, Savona e Vercelli, ha portato agli arresti, quattro nel capoluogo torinese e uno a Novara. Gli arrestati, di età compresa tra i 30 ed i 61 anni, avevano a disposizione contenuti di sfruttamento minorile di diversa natura, talvolta relativi a violenze sessuali con bambini anche in tenera età nonchè materiale particolarmente cruento e caratterizzato da contenuti violenti (chiamato in gergo ‘gore’).
A Savona, la Polizia postale ha proceduto al sequestro del computer dell’insegnante, al suo interno sarebbe stato trovato un’ingente quantità di materiale illegale, circa 20 mila file tra immagini e video di pornografia minorile, alcuni con filmati particolarmente cruenti che mostrerebbero violenze sessuali su bambini molto piccoli. In uno dei casi, nel Torinese, un uomo è stato sorpreso mentre scambiava in diretta file di pornografia minorile con altri utenti e per questo arrestato, mentre per quanto riguarda il docente savonese, non essendo emersa la flagranza del reato, gli inquirenti hanno proceduto solo con la denuncia: i file erano già stati scaricati e conservati nel computer, ma non risultano diffusi in rete.
Il nome dell’uomo — si sa solo che è residente nel Comune di Savona — e l’istituto scolastico in cui lavora non sono stati resi noti. L’insegnante risulta al momento indagato a piede libero e non risulterebbe sospeso dal servizio, trattandosi di un’indagine ancora in corso.
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