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Incidente alla funivia, cento persone bloccate al Passo del Moro

A Macugnaga, nel Verbano-Cusio-Ossola, una cabina ha urtato la barriera

Incidente alla funivia, cento persone bloccate al Passo del Moro

Immagine dei Vigili del fuoco

È di tre feriti lievi e di circa un centinaio di persone bloccate in quota il bilancio dell’incidente avvenuto questa mattina alla funivia del Monte Moro, nel territorio comunale di Macugnaga (Verbano-Cusio-Ossola). L’episodio si è verificato intorno alle 11.25, quando una cabina dell’impianto non si è fermata nel punto previsto e ha urtato la barriera della stazione di arrivo al Passo Moro, a circa 2.800 metri di quota.

Secondo quanto riferito dai soccorritori, sono 99 le persone attualmente bloccate nella zona: 94 turisti e cinque lavoratori. I tre passeggeri rimasti feriti in modo lieve sono già stati evacuati e trasportati per le cure necessarie; tra loro un uomo di 59 anni con una ferita a un braccio, mentre gli altri hanno riportato escoriazioni di minore entità. Nessuno sarebbe in pericolo di vita.

Immediatamente dopo l’incidente sono scattate le operazioni di emergenza. Sul posto stanno operando i Vigili del Fuoco, con il supporto del Soccorso Alpino, del personale sanitario del 118 e della Protezione civile. Le attività sono concentrate sull’assistenza alle persone rimaste in quota, sulla loro evacuazione in sicurezza e sulle verifiche tecniche dell’impianto, in un contesto reso complesso dall’alta quota e dalle condizioni ambientali.



A titolo precauzionale, le piste da sci sono state chiuse e l’impianto di risalita è stato fermato. Le autorità stanno monitorando costantemente l’evolversi della situazione, mentre proseguono i controlli per accertare le cause dell’incidente e valutare eventuali danni alla struttura.

La funivia del Monte Moro è un impianto storico, costruito nel 1962. All’inizio del 2023 è stata sottoposta a una revisione generale che ha comportato la sostituzione di motori, pulegge e cabine. L’intervento è costato complessivamente due milioni di euro, di cui 1,8 milioni finanziati dalla Regione Piemonte e 200mila euro dal Comune di Macugnaga.

Secondo una prima ricostruzione fornita dal gestore dell’impianto, si sarebbe trattato di un problema tecnico legato alla fase di decelerazione in ingresso in stazione.

«Dalle prime informazioni – ha spiegato Filippo Besozzi, amministratore della Macugnaga Trasporti e Servizi all'Ansa – l’impianto non ha correttamente decelerato entrando in stazione e ha urtato la barriera. Sono entrati in funzione i sistemi di emergenza. Fortunatamente non ci sono feriti gravi e l’impianto non ha riportato grossi danni, ma saranno necessarie tutte le opportune verifiche».

Le dichiarazioni politiche

L’assessore regionale allo Sviluppo e Promozione della Montagna, Marco Gallo, ha fatto sapere di seguire da vicino l’evolversi della situazione ed è in contatto diretto con i gestori dell’impianto e con le autorità competenti.

«La Regione segue con grande attenzione l’evolversi della situazione a Macugnaga. Sono vicino a tutte le persone coinvolte e alle loro famiglie. Ho già attivato il massimo raccordo informativo con i gestori dell’impianto e con i soccorritori, per garantire che ogni misura di assistenza e sicurezza possa essere assicurata nel modo più rapido ed efficace possibile».

Così l'assessore regionale alla Protezione civile, Marco Gabusi:

«Fin dai primi minuti successivi all’incidente alla funivia di Macugnaga, il sistema regionale di Protezione civile si è attivato in stretto coordinamento con i Vigili del Fuoco, il Soccorso Alpino, le forze dell’ordine e il personale sanitario. La priorità è stata garantire la sicurezza delle persone coinvolte, prestare soccorso ai feriti e assistere tutti coloro che sono rimasti bloccati, operando in un contesto complesso e in condizioni ambientali difficili. Ringrazio tutti gli operatori e i volontari della Protezione civile per la professionalità e la tempestività dimostrate, che hanno permesso di gestire l’emergenza in modo efficace, assicurando supporto e assistenza alla popolazione».

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