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Quest'anno 150 richieste di aiuto e oltre 40 donne soccorso nel Monregalese

donna 25 novembre

25 Novembre, giornata per dire NO la violenza sulle donne: i numeri nel Monregalese.

Niente “scarpette rosse” sulla piazza, in questo 2020. Ma il 25 Novembre non può essere ricondotto a una sola manifestazione, come fosse una sagra di paese: «Il problema della violenza di genere è un problema di tutta la società, nessuno escluso». Lo afferma Francesca Bertazzoli, presidente della Consulta femminile del Comune di Mondovì. Sarà un 25 Novembre senza manifestazioni, ma il messaggio deve restare – e deve risuonare ben chiaro. E il messaggio è una sola parola: stop. Stop alla prevaricazione. Stop alle molestie. Stop a chi crede che la carriera richieda qualche compromesso a letto. Stop a chi dice «se l’è cercata», a chi sentenzia «sono tutte così», ai maledetti che alzano le mani o anche solo la voce. E stop anche a chi giustifica, a chi copre, a chi «è stata solo una volta». Stop, basta, no. No alla violenza, di ogni genere, contro le donne.
I NUMERI 150: le telefonate al Centro antiviolenza di Mondovì dal novembre 2019 al novembre 2020: quasi una ogni due giorni 42: le donne che, dall’inizio del 2020, sono state accolte dai Centri Antiviolenza del Monregalese. L’80% di queste sono mamme di bambini minorenni
Il 25 Novembre ricorre la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”: «La violenza sulle donne è presente ovunque: nella nostra città, nelle nostre case, in famiglie fragili e in difficoltà, ma anche in famiglie così dette “normali”, le famiglie della porta accanto. Esiste la violenza fisica, quella che fa male, che lascia i lividi, ma esiste anche la violenza economica, quella che costringe la donna a una forma di dipendenza. Esiste la violenza sessuale, la violenza psicologica, domestica e infine c’è la violenza assistita, quella dei bambini che crescono con il modello di violenza come unico riferimento, che segnerà la loro vita, che pensano che insultare, picchiare, litigare violentemente sia la normalità». In questo 2020 “a porte chiuse” la Consulta femminile (nata nel 2019: ne fanno parte le associazioni Fidapa, Inner Wheel e Mondodidonna, le forze femminili indicate da ciascun gruppo consiliare e le rappresentanti del Centro antiviolenza “L’Orecchio di Venere” della CRI di Mondovì). Il 25 Novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Consulta comunale femminile farà illuminare di rosso il palazzo comunale di Mondovì. «Tale gesto evidenzia la volontà dell’Amministrazione di dare un contributo immediato alla percezione di un argomento così importante, ribadendo l’impegno contro la violenza e le discriminazioni nei confronti delle donne», dichiarano il sindaco Paolo Adriano e la consigliera delegata alle pari opportunità Maria Cristina Gasco. «In ambito giuridico sono già stati compiuti grandi passi – spiega la Bertazzoli –: il 9 agosto 2019 è entrata in vigore la legge n. 69/2019, nota come “Codice Rosso”, volta a rafforzare la tutela delle vittime dei reati di violenza domestica e di genere, inasprendone la repressione tramite interventi sul Codice penale e sul Codice di procedura penale. Sono state anche inasprite le pene per alcuni delitti di violenza già esistenti (maltrattamenti, stalking e violenza sessuale) e introdotte nuove fattispecie di reato quali il revenge porn. Ma noi crediamo che la si debba passare attraverso una nuova consapevolezza culturale per rimuovere gli ostacoli al raggiungimento di una parità di genere, attraverso una maggiore comprensione dei fattori culturali della violenza sulle donne ed insegnando ai ragazzi e alle ragazze, giovani adulti maschi e femmine, ad evitare di imitare modelli che implicano soggiogamento emotivo, controllo, abuso e a preferire relazioni sane».

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