Cerca

ultima ora

ultime notizie

OGGI

Dall'Argentina all'Italia sulle tracce delle lettere d'amore del bisnonno

La storia di Tomàs Dardanelli, arrivato fino a Mondovì da Buenos Aires

Dall'Argentina all'Italia sulle tracce delle lettere d'amore del bisnonno

Ha il sapore di una telenovelas argentina, la storia di Tomàs Dardanelli. E infatti comincia con una storia d'amore: quella fra Luis Dardanelli e la sua "querida", Adelina Pocard. Non ci vuole molto per capire che la chiave di lettura sta tutta in quel cognome: Dardanelli. Di Mondovì, per la precisione di Breolungi.

E Tomàs, 26 anni, neo avvocato di Buenos Aires, ha seguito le tracce dei suoi avi fino a qui. Una storia che sembra un film.

Una storia da raccontare

Tomàs ci ha contattati nei giorni scorsi. «Vengo dall'Argentina. Sono sulle tracce della famiglia del mio trisavolo». In viaggio dopo la laurea in Giurisprudenza, ha inseguito un sogno che aveva da anni. «Volevo trovare i luoghi dove è nato il mi antenato: lo volevo fare da una vita... ed era il sogno di mio nonno, che purtroppo non è mai riuscito a realizzare». Il nonno era Julio Luis Antonio Dardanelli, figlio di Luis Dardanelli e di Adelina Poccard dalle cui lettere d'amore nasce tutto.

«Ho sempre saputo che la mia famiglia aveva origini italiane, di Mondovì - racconta Tomàs -. Mio nonno, in casa, mi diceva a volte qualche frase in italiano, come mio padre. Ma non ero mai stato in Italia». E i suoi famigliari? «Loro sì, in vacanza. Anche a Mondovì, ma non avevano mai cercato le origini della famiglia. Io sono riuscito a trovare la loro casa natale, gli atti battesimo, ho trovato le tombe degli antenati». Tomàs oggi sta alloggiando a Frabosa, e ci racconta tutta la storia.

 

Il trisavolo: Luigi Dardanelli e Josefa Méndez

Emigrati in Argentina nel 1857

Il suo trisavolo è Luigi Dardanelli, nato nel 1805 a Mondovì, Breolungi, figlio di Michele Dardanelli. Di professione medico, aveva studiato probabilmente a Torino o a Genova, esercitava a Mondovì e a Pamparato. Dalla prima moglie Maddalena Aimo ebbe un figlio, poi alla morte di lei emigrò in Argentina. Arrivò al porto di Buenos Aires il 7 gennaio 1857, proveniente da Genova.

L'emigrazione dei piemontesi in Argentina, in quegli anni, è storia nota. Sono centinaia le famiglie piemontesi che hanno parenti oltre Oceano. I Dardanelli sono fra questi.

Luigi Dardanelli a Buenos Aires sposò María Josefa Clara Méndez (figlia del dottor Gil José Méndez). Si stanziarono a Zarate e da lì nacque la dinastia Dardanelli di Buenos Aires, che oggi conta probabilmente un centinaio di eredi. Da loro nacque, primo dei figli, Luis Roque Alejandro Dardanelli Méndez: farmacista, politico e... uomo romantico.

 

Luis Roque Dardanelli e Adelina Poccard

Le lettere d'amore

Se la storia fin qua è già affascinante, quel che viene dopo diventa commovente. «Alcuni anni fa - racconta Tomàs - mi sono trovato in mano le cinquanta lettere d’amore che il mio bisnonno scrisse alla mia bisnonna tra il 1898 e il 1899: cominciano con una poesia anonima e si concludono con il matrimonio dei due».

Luis Roque Dardanelli era uomo colto, farmacista e politico: fu funzionario e presidente del Honorable Concejo Deliberante de Zárate, diciamo una sotta di sindaco. Nato nel 1867 e morto nel 1928 (di lui si trova persino traccia su Wikipedia), fu un medico di grande prestigio durante le epidemie di febbre gialla e colera. Nel 1898 conobbe Adelina Pocard. Iniziarono a scriversi lettere d'amore, anzi vere poesie: «Mi querida Adelina», comincia così la prima lettera. E andarono avanti fino alle nozze.

Tomas non ha resistito al richiamo: «Questa storia mi ha ispirato a ricercare la storia dei Dardanelli, scoprendo che era una famiglia originaria di Breolungi, dove nacque il mio trisavolo».  Anche perché, racconta, era un po' il sogno del nonno: «Lui non l'ha mai potuto realizzare: quando era giovane non poteva permetterselo, e da vecchio gli era stato sconsigliato di viaggiare. Così l'ho fatto io: anche pensando a lui»

 

La Residencia Dardanelli a Zarate 

Una famiglia prestigiosa

Ma la famiglia Dardanelli, a Zarate - Buenos Aires, è una famiglia prestigiosa. Nel 1912 venne edificata la Residencia Dardanelli, villa di famiglia, che fu affittata da Julio Luis Dardanelli Poccard, figlio di Luis Roque e poi acquistata nel 1972. Julio Luis era avvocato, giudice e funzionario pubblico (come poi il figlio Luis Dardanelli Alsina). La famiglia, tanto per fare un po' di "albero genealogico", annovera anche il giocatore di rugby del Bella Vista Francisco Lecot e la pittrice Maria Elisa Dardanelli Pocard.

Ce ne sarebbe abbastanza per scrivere un libro.... ed è esattamente quello che Tomàs vuole fare. Il titolo? Non poteva che essere: "Mi querida Adelina".

 

Dall'Argentina a Mondovì: le ricerche negli archivi parrocchiali e comunali

Ed è così che Tomàs Dardanelli è partito alla volta dell'Italia. Chissà quale richiamo ancestrale gli risuonava nelle vene, portandolo a credere che ce l'avrebbe fatta davvero, quando le probabilità potevano anche essere tutte contro di lui. «Anche mio padre mi diceva: ma tu sei pazzo!».

Arrivato a Torino, poi in treno fino a Mondovì. Un viaggio da batticuore: «Ero così emozionato di arrivare a Mondovì che... ho smarrito i documenti in treno! Ma sono riuscito a ritrovare tutto».

Ma come ha fatto a cercare informazioni vecchie di due secoli? Con una pazienza, una tenacia e una metodologia degne di un archivista: «Avevo già ricostruito molte cose con ricerche precedenti - ci racconta -. In Italia c'è addirittura traccia di un Dardanelli di Milano, cavaliere di Malta. Quando sono arrivato qua, sapevo dove recarmi: la chiesa parrocchiale di Breolungi».

Tomàs ha setacciato gli archivi comunali, poi il catasto. Aveva già tentato anche con gli archivi diocesani: ma gli atti precedenti al 1850 non sono "centralizzati", e allora non c'era altra strada che passare dai registri dei secoli passati. «Mi è stato mostrato il registro di quegli anni: lo "Stato delle Anime", datato 1769. In latino! Ma era ancora perfettamente conservato presso l’archivio della parrocchia». E lì ha trovato tutto: nascita di Lugi Dardanelli, 1805, figlio di Michele, i nomi della moglie, dei figli.

La fine del viaggio: la casa di famiglia e la cappella

E infine, Tomàs è riuscito a chiudere il cerchio: trovare l'antica casa di famiglia. «È ancora dov'era secoli fa: nel momento in cui l'ho vista, ho provato un'emozione incredibile. Quando mi sono avvicinato c'era una persona, che stava lavorando nell'orto. Mi sono presentato. Lui ha sgranato gli occhi e mi ha detto: io mi chiamo Dardanello... questa è la casa della nostra famiglia da cinque secoli».

La differenza del cognome, "Dardanello" o "Dardanelli", non significa granché: il ramo di famiglia è quello. Ci aiuta ricostruire questo "inghippo" Luciano Mondino: «Le famiglie, in quegli anni, non parlavano italiano ma piemontese: e quando dicevano il nome di famiglia, lo pronunciavano così, "dardanèl". Qualche volta veniva trascritto "dardanelli".. qualche volta, "dardanello"».

Ma non solo: lì, a due passi, c'è la piccola cappella "della fusenta", lungo la statale 28, coi nomi dei Dardanelli: «Non posso descrivere l'emozione... ho chiamato mio padre in video-chiamata, eravamo tutti e due commossi. Vorrei tornare l'anno prossimo, in estate, quando si celebra la messa per la famiglia». Oggi Tomas sta trascorrendo gli ultimi giorni a Mondovì. «E qua mi sono trovato davvero molto, molto bene. Ho conosciuto persone stupende, accoglienti, una terra bellissima». Un viaggio che lo ha legato, forse per sempre, a una terra di cui conosceva solo il nome e che ora sente davvero sua.

 

 

 

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

x