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08 Ottobre 2025 - 09:47
Siamo a un giro di boa importante per ACEM, il Consorzio ambientale che gestisce la raccolta rifiuti di tutto il bacino monregalese-cebano. Anzi: per quanto tutto si svolgerà probabilmente in modo fluido e privo di scossoni, non è sbagliato parlare di una fase cruciale. Fra poche settimane l’attuale presidente Michele Odenato rassegnerà le proprie dimissioni per mantenere unicamente il ruolo nella SMA, la società consortile che si occupa dell’impianto di discarica e trattamento di Magliano.
L’intero CdA di ACEM andrà in decadenza e i sindaci dovranno nominare i nuovi consiglieri. E fra questi ci sarà il prossimo presidente. I rumors si rincorrono da mesi, ma solo ora lo scenario ha una sua concretezza. Il successore di Odenato potrebbe venire dall’area cebana: quasi certamente sarà Andrea Ferro l’attuale sindaco di Paroldo.
Ma è solo una delle caselle che devono “andare a posto” in quella che sarà a tutti gli effetti una vera rivoluzione: perché, a monte di questo cambio di amministrazione, c’è il passaggio più importante: la presa in carico diretta, da parte di SMA, dell’impianto di Magliano. Fino a questo momento l’impianto era dato in gestione a un’azienda privata (un tempo Ama, gruppo Egea, oggi Iren). Dal 2026 si passerà a una gestione “in house” totalmente in mano al pubblico.
Questo passaggio di gestione mette l’attuale presidente di ACEM e SMA, Odenato, in una situazione di incompatibilità. E con lui anche la consigliera Annamaria Molinari. Il CdA di ACEM, che dovrebbe contare cinque componenti, oggi ha già un seggio vuoto: quello di Luca Regis, il consigliere di area delle Valli Monregalesi, dimessosi e non ancora surrogato. Il Consiglio va dunque a decadere non tanto per le dimissioni del presidente, ma perché si troverebbe con tre membri assenti su cinque.
Il nuovo CdA potrà essere composto in modo “misto”: sia da pubblici amministratori che da esperti esterni. I primi potranno presentare la candidatura direttamente, sotto “mandato” dei territori di riferimento. I secondi invece hanno dovuto presentare il proprio CV al bando che si è concluso nelle scorse settimane. E anche in questo caso ci si attende che i candidati siano comunque un’espressione politica di territori ben precisi, per garantire un equilibrio di rappresentanze nell’Amministrazione.
Sono pervenuti due curricula: che – secondo indiscrezioni – sarebbero espressione delle aree di Mondovì (si parla di una donna, un’avvocata, fuori dalle classiche “dinamiche politiche”) e della Langa. Tre, invece, gli amministratori del territorio: uno per le Valli Monregalesi (si fa il nome del sindaco di Torre, Andrea Giaccone), uno per l’Alta Langa (Valter Sandri, sindaco di Rocchetta Belbo) e uno per l’area Cebana (Andrea Ferro, sindaco di Paroldo, su cui si sarebbe trovata convergenza per la nomina a presidente).
Tutto questo capita in una fase cruciale per l’impianto di Magliano: SMA sta lavorando al progetto di ampliamento della discarica che, se approvato e realizzato, consentirà all’impianto di “allungarsi la vita” di una quindicina di anni senza... andare in emergenza. Un progetto che non ha avuto alcuna opposizione, anzi è stato approvato in modo liscio dai sindaci: non prevede espansioni al di là dell’attuale perimetro del sito. Ecco perché non è sbagliato parlare di passaggio cruciale. Quando si compirà? Questione di settimane.
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