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Prevenire anziché curare, a che punto è la sorveglianza sanitaria agli ex-esposti all’amianto nel cuneese?

L’AICA di Savigliano e l’A.R.A.S.I.S. di Mondovì e della Val Tanaro tracciano un primo bilancio e invitano a partecipare

Prevenire anziché curare, a che punto è la sorveglianza sanitaria agli ex-esposti all’amianto nel cuneese?

Dopo il protocollo della conferenza Stato-Regioni-province del febbraio 2008 e la crisi COVID è stata avviata dalla Regione Piemonte la sorveglianza sanitaria per gli ex-esposti all’amianto, ma solo in alcune ASL. L’ASL CN1 ha avviato il programma nel mese di marzo, iniziando dalla città di Savigliano, in cui operava la Fiat Ferroviaria (oggi ALSTOM) zona in cui si sono verificati diversi decessi per mesotelioma pleurico. L’ASL CN2 ha avviato nel mese di maggio.

L’attività prevede un colloquio sull’esposizione, una spirometria (test non invasivo utilizzato per valutare la funzionalità respiratoria). Su suggerimento dei sanitari viene indicata una radiografia oppure una TAC a basso dosaggio, quest’ultima per evitare i “falsi positivi” dovuti a noduli che possono essere conseguenze di polmoniti o altre patologie, ma nel 90 % dei casi non cancerogeni.

In caso di patologie si valuteranno ulteriori interventi (tutte queste attività sono gratuite senza ticket). Il progetto terminerà a fine anno 2026. Solo le persone con patologie polmonari, correlabili all’amianto, rilevate in questa fase o che presenteranno patologie future correlabili, potranno richiedere ulteriore intervento presso lo SPreSAL.

«Desideriamo ringraziare i direttori degli SPreSAL CN1 dott. Santo Alfonso e Spresal CN2 dott. Giuseppe Calabretta e tutti i loro collaboratori, per la loro organizzazione ed efficienza (in circa 20 giorni viene presa in carico la domanda volontaria e chiuso il ciclo) – sottolineano Armando Vanotto di AICA Savigliano e Sebastiano Sampò a nome dell’A.R.A.S.I.S. di Mondovì e della Val Tanaro –. L’avvio in sole queste 2 ASL e merito loro e di alcuni amministratori o politici intervenuti su questo tema, ma riteniamo che sia stata determinante anche la pressione fatta dalle nostre associazioni. Vista la qualità del servizio, che è un esempio di sanità pubblica, che funzione in tempi difficili per tutto il settore sanitario, si invitano quanti fossero ancora interessati a iscriversi al seguente link: https://sansol.isan.csi.it/la-mia-salute/preadesione-amianto/#/ Sono richiesti dati elementari: il codice fiscale, il numero di tessera sanitaria, il luogo in cui si è avuta l’esposizione e gli anni di inizio e fine di questa attività. Oltre ovviamente ad un numero di telefono e facoltativamente un indirizzo email. Per gli over ottanta va compilata con il medico di medicina generale. Siamo a disposizione per supportare le persone che vogliono iscriversi ma hanno difficoltà con i mezzi informatici. Tale campagna non è ancora stata avviata nelle altre ASL della Regione e chiederemo conto di tale anomalia. Non ci risulta inoltre che la Regione abbia comunicato tale iniziativa ai medici di medicina generale. Sul tema dei rifiuti a base di amianto si segnala che a breve sarà disponibile una discarica in località Brianco, a Salussola (Biella), si tratta della seconda discarica dopo quella di Casale Monferrato, dove però potevano conferire solo i comuni di quella zona. Ricordo che fino ad oggi il materiale contenente amianto veniva stoccato in Germania, con aggravio dei costi. Importante sentenza del tribunale di Bologna che ha dichiarato che è malattia professionale anche se si è esposti indirettamente, come una donna che lavorò in capannoni pieni di eternit e che si è rivolta alla Cgil dopo il rigetto dell’Inail».

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