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Studenti e docenti, in mille in piazza per la pace a Gaza

Il presidio del Liceo "Vasco Beccaria Govone"

Studenti in piazza per la pace a Gaza

Bandiere della Palestina e parole di pace. «Perché quello che sta avvenendo a Gaza è un vero e proprio genocidio e non possiamo più tacere».

Un presidio e un minuto di silenzio per chiedere la pace a Gaza, la fine dell'assedio e dei bombardamenti e la liberazione della Palestina. Questa mattina l'intera comunità scolastica dei Licei "Vasco Beccaria Govone" di Mondovì, quasi un migliaio tra studenti e docenti, si sono recati in piazza Maggiore.

Un gesto dal significato umanitario, non "politico", ma fermo. Sono intervenuti il dirigente Bruno Gabetti e il prof Federico Rovea. «Qualcuno ci ha chiesto perché manifestare per ciò che sta avvenendo in Palestina e non per altre situazioni che stanno avvenendo altrove. Lo facciamo perché questo massacro sta avendo proporzioni enormi, ora, nella quasi indifferenza internazionale. Vogliamo la pace, un immediato "cessate il fuoco" e il diritto a ogni popolo a vivere in pace».

Alle parole dei docenti è seguito un minuto di silenzio.

Il documento letto nelle classi:

In linea con il documento condiviso dai membri del gruppo “Docenti, educatrici, educatori per il rispetto dei diritti umani in Palestina”, il Collegio dei docenti del liceo Vasco-Beccaria-Govone pensa che il mondo della scuola e dell’educazione debba mobilitarsi per affermare con forza il proprio dissenso e prendere posizione per opporsi al genocidio in atto nella Striscia di Gaza e per cercare di difendere, proteggere, salvare la popolazione, le bambine e i bambini di Gaza e la popolazione palestinese in Cisgiordania. Tale mobilitazione non può e non deve lasciare indietro nessuno: è importante che l’intero mondo della scuola, comprensivo di docenti, collaboratori, corpo studente, famiglie, faccia sentire la propria voce per coloro i quali vedono oggi negato anche il proprio diritto allo studio e con esso un futuro generativo.

 

Questa prima mobilitazione, come le altre che potrebbero seguire, ha come obiettivo principale quello di lanciare un segnale al Parlamento e al Governo italiani affinché condannino con fermezza i crimini contro l’umanità commessi dal governo israeliano, ne chiedano l’immediata cessazione e pretendano la riapertura di tutti i valichi per poter fornire assistenza umanitaria e sicurezza alla popolazione civile; l’auspicio è inoltre che l’Italia riconosca finalmente lo Stato di Palestina durante la prossima riunione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite per affermare il diritto universale e inalienabile all’autodeterminazione per il popolo palestinese, e che il nostro Paese si faccia promotore nelle sedi internazionali della convocazione di una conferenza di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite, al fine di costruire una pace giusta e duratura in Medio Oriente.

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