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18 Ottobre 2025 - 12:45
È una storia popolare. Una storia operaia. Quella di una scuola, fondata 150 anni fa, per quei ragazzi che non venivano dalle famiglie "dei Licei". Il "Garelli". Il primo Istituto professionale della città. Oggi un libro celebra i 150 anni dell'istituto.
Corre l'anno scolastico 1874-1875: e a Mondovì Felice Garelli fonda una scuola per i figli di chi lavorava in bottega o in officina. Una scuola che nasce a Breo, non a Piazza, e questo non è un caso: nel quartiere popolare. La prima sede non era quella attuale, ma presso il convento dei padri Filippini, con ingresso da piazza Roma
Il volume si intitola "Racconto di mani e di menti" ed è un libro che ha due anime: una storica e una cronistica.
La prima è a firma del professore Cesare Morandini: «Quella di Felice Garelli fu una scelta di coraggio: dare una scuola alla classe operaia. Fu difficilissimo formare quelle classi, Garelli aveva tutti contro: le famiglie preferivano che i loro figli andassero a lavorare per guadagnare due lire da portare a casa, i capi officina non volevano che uscissero prima dalla bottega per andare a fare i corsi serali».
Ma Garelli, in questo senso davvero "illuminato" (come ha ricordato Attilio Ianniello, del Comizio Agrario, ricordando il ruolo di Garelli nel mondo dell'agricoltura e delle casse rurali), non mollò. il Comune di Mondovì deliberò la nascita della scuola professionale nel 1973, ci furono sussidi dal Governo centrale. «Per una qualche ragione , purtroppo, la scuola professionale non si inserì mai in sinergia col mondo delle ceramiche: peccato», ha ricordato Morandini.
A collaborare alla raccolta del materiale storico per il libro è stato, più di tutti, il docente Valter Fulcheri. Il progetto è stato fortemente voluto dall'Istituto, dal dirigente prof. Cappotto e dal responsabile della sede Fabrizio Magrelli.
La seconda anima del libro ha un taglio cronistico: è a firma del giornalista Roberto Formento, che ha raccolto una serie di ricordi e aneddoti narrati da ex alunni del "Garelli", alcuni divenuti poi effettivamente lavoratori del mestiere, imprenditori (come Enzo Garelli) o docenti dell'Istituto.
Una storia che andava raccontata. E che non è finita: sempre più spesso, anzi, il mondo dell'industria richiama a gran voce l'importanza delle scuole professionali. Il "Garelli", che oggi agli occhi di molti sembra avere un ruolo "marginale" nel panorama scolastico locale, con una popolazione scolastica fortemente sfaccettata e multietnica, è una scuola che sta mettendo in atto progetti interessanti. I nostri migliori auguri a un Istituto "dall'anima popolare" per il presente e il futuro.
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