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Il campione mondiale che spara al poligono di Carrù

Non un pensionato qualsiasi, Maurizio Rovey a 63 anni ha vinto l'oro di categoria agli ultimi Mondiali di tiro dinamico

Il campione mondiale che spara al poligono di Carrù

Massimo Rovey (il primo a sinistra), Daniele Barbizzi, Roberto Trainotti ai Mondiali in Repubblica Ceca

Maurizio Rovey, 63 anni, di Beinasco, ora si gode la pensione. Ma non è un pensionato qualsiasi, perché da sempre è abituato a sparare. Lo fa per sport, nel vero senso della parola. Nella sua disciplina, il tiro dinamico sportivo, è ai massimi livelli al mondo.

In primavera ha vinto l'argento a squadre ai Mondiali in Repubblica Ceca, nella categoria PCC (ovvero carabine in calibro pistola) e nello shoot-off individuale si è laureato campione del mondo. È stato campione europeo nel 2015 di fucile, ha alle spalle diversi piazzamenti ai Mondiali con la pistola e anche ai campionati Panamericani.


La squadra azzurra composta da Massimo Rovey, Daniele Barbizzi e Roberto Trainotti premiati dopo i Mondiali in Rep. Ceca

Il tiro dinamico sportivo sostanzialmente mette in risalto la capacità di un tiratore di agire in sicurezza in un contesto prestabilito, all'aperto, utilizzando la tecnica di tiro più idonea in base all’esercizio che si trova ad affrontare. In sostanza, vince chi abbatte i bersagli nel minor tempo possibile su diverse postazioni e percorsi.

Come palestra per la sua preparazione, Rovey da tempo ha scelto il campo di tiro "Porta d'la Langa" di Carrù, dell'amico e titolare Giorgio Rosso. «Perché il poligono di Carrù? Perché qui, grazie a Giorgio, ho riscontrato la massima disponibilità. C'è una grande attenzione, come è giusto che sia, alle persone che vengono e maneggiano armi da fuoco. Insomma, è il luogo ideale per chi, come me, ha bisogno di allenamenti e preparazioni specifiche. Sparare è una cosa seria, che richiede un percorso di apprendimento».



Anche il background con Giorgio Rosso è simile, visto che lo stesso titolare del poligono di tiro carrucese ha mosso i primi passi nel tiro dinamico nel campo da tiro in Valcasotto. La specialità potrebbe diventare anche sport olimpico: la Federazione italiana è affiliata al CONI e le gare sono state inserite nei prossimi Giochi mondiali militari a Bogotá.

Maurizio, ex titolare dell'azienda di famiglia specializzata in ricambi auto, ha ereditato la passione per le armi e per il tiro dal papà. «Lo seguivo già da da piccolo al poligono», ci racconta. «Poi, durante un viaggio ad Austin, in Texas, sono venuto a contatto con un club che praticava questa disciplina. Originariamente, il tiro dinamico rappresentava un metodo di allenamento per gli "sceriffi", gli agenti della Polizia di Stato. In Texas ho conosciuto due tiratori milanesi che hanno fondato la prima Associazione italiana di tiro dinamico, quando in Italia non era ancora riconosciuto come sport».



«Le prime gare a cui ho partecipato erano in Svizzera, oltre trent'anni fa. Da lì si è sviluppata la nostra Associazione, che ha contribuito al riconoscimento ufficiale dello sport in Italia. Obiettivi futuri? Ora sono in programma le gare nazionali, il prossimo anno ad Aruba è tempo dei Panamericani, poi nel 2027 ci saranno i Mondiali di fucile». Sempre un bersaglio alla volta. 

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