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23 Luglio 2025 - 15:21
Ho sempre trovato singolarmente divertente come molti appartenenti alla generazione dei “metallari” emarginati in gioventù per i loro gusti musicali estremi, si scaglino scandalizzati nei confronti dei moderni trappers. Oppure chi in gioventù si è scatenato con Elvis Presley e i Beatles, prendendosi gli strali dei genitori dediti a jazz e classica, oggi reagisca disgustato contro il pop moderno, che non è più musica. È curioso come l’arte musicale da sempre, forse perché afferisce più direttamente alla sfera delle emozioni, sia percepita dagli appassionati come un qualcosa di strettamente personale, da difendere strenuamente contro la barbarie. Oggi il pubblico generalista che guarda alla musica del passato vede un grosso baule pieno di dischi con su scritto genericamente “Musica classica”, eppure in quel baule c’è il gregoriano come il lied romantico, il contrappunto settecentesco come la dodecafonia. In alcuni casi, passaggi davvero rivoluzionari per le orecchie di chi li ha sentiti per la prima volta. E non è raro che questi si sia lasciato andare a pareri poco diplomatici.
Chi vuole divertirsi con la musica in questa prospettiva inedita può andare a cercare due volumi di recente uscita. Intanto, la “Storia dilettevole della musica” (Marsilio cartabianca editore) del compianto Guido Zaccagnini. Straordinario musicologo e voce di Radio 3, Zaccagnini ha compilato una storia della musica attraverso le stroncature e le maldicenze che si riservavano i musicisti (e non solo). Tantissime le chicche e le curiosità: tra cui un Hegel che riferisce il proprio gusto talmente degradato da trovare più attraente il “Barbiere di Siviglia” delle “Nozze di Figaro”, oppure un Mendelssohn che si lascia andare a un “La musica italiana sarà per me sempre come un cicisbeo volgare e meschino”. Ed una delle sue sinfonie più celebri è la 4ª detta “l’italiana”!
Non solo stroncature e insulti, ma anche gustosi aneddoti: come un inedito duetto Gioacchino Rossini e Nicolò Paganini per le strade di Roma, vestiti da donna, a fingersi ciechi e chieder carità. Una mascherata per Carnevale. Altrettanto curioso “Invettive Musicali” di Nicolas Slominsky (Adelphi editore) è una pura e semplice raccolta di stroncature, per lo più di brani che oggi sono tra i massimi capolavori del loro genere. E sicuramente fa specie leggere della Nona sinfonia di Beethoven «L’ultimo movimento con il coro è un guazzabuglio. Cosa c’entri con il resto della sinfonia non siamo riusciti a capirlo; e qui come in altre parti la mancanza di un progetto comprensibile è fin troppo evidente».
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