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03 Settembre 2025 - 15:03
Il Palio 2025 si è tinto di nuovo di giallorosso: Piazza è tornata dopo un anno di assenza e ha subito messo le mani sul drappo, conquistando il suo sesto successo. Sei vittorie in dodici edizioni: metà della storia del Palio Montis Regalis porta il suo nome.
«È una soddisfazione enorme – confessa Marco Rizzi, capitano storico del Piazza – perché vuol dire che negli anni siamo sempre riusciti a restare competitivi. Questa vittoria è frutto di impegno, passione e tanta voglia di stare insieme. È il segno che Piazza c’è, e quando scende in campo, prova sempre a lasciare il segno».
Dopo due vittorie consecutive, i Piani erano i favoriti. Ma Piazza, si sa, non molla e quando vuole dominare… domina. «Loro erano la squadra da battere e meritano rispetto – riconosce Rizzi –. Ma, come dice il nostro inno, il Piazza sa rinascere come una Fenice e quest’anno avevamo dentro un fuoco che non si poteva spegnere. Avevamo bisogno di riscatto dopo l’assenza del 2024. E alla fine è andata come speravamo… anzi, come ci piace dire: è andato tutto secondo i piani (ride). È un gioco di parole che ci fa sorridere e che racconta bene la nostra vittoria. Bruno, Rocco e Davide non se la prenderanno».
Il percorso di Piazza è stato un crescendo. Vittorie in quattro prove: Staffetta del cucchiaio, Staffetta dell’acqua, Cornhole, Fotoquiz, poi una lunga serie di piazzamenti sul podio, e soltanto uno scivolone: le Carte. «Per il resto siamo stati sempre bravi – dice Marco –, senza mai mollare. Questa è la nostra forza: la regolarità. Non abbiamo mai “sbracato”, come piace dire a noi, e alla fine il Palio lo vince chi sta costantemente lì in alto».
Ma quando è che il capitano ha capito che il Palio sarebbe potuto tornare sotto la Torre? «Tutte le volte che nelle bocce arriviamo terz’ultimi va a finire che vinciamo il Palio. E così è accaduto… In realtà sapevamo di aver fatto bene sia il Vademix che il Fotoquiz, quindi quando sabato abbiamo subito inanellato due successi e un secondo posto ho capito che ce la potevamo fare. Poi, quando domenica mattina, nonostante le tante assenze e bambini che non avevano mai giocato a calcio, siamo arrivati secondi, allora ho capito che il Palio era più vicino. È stata una bella sorpresa, sono stati bravissimi. Guardandoli ho pensato: il futuro del rione è già scritto. Tra dieci anni dovrò fare il capitano di questi ragazzini… e rischio di perdere il posto!»
Tra le prove decisive, il capitano mette sicuramente la “Staffetta dell’acqua”: «È stata un po’ la nostra gara simbolo – racconta Rizzi – perché lì non basta correre: servono strategia, spirito di squadra, coordinazione, tempismo e anche resilienza. Abbiamo dovuto resistere a quindici minuti di corsa continua, passandoci spugne fradice e cercando di non sprecare nemmeno una goccia. Il timing era fondamentale. Ognuno aveva un ruolo preciso: chi strizzava la spugna con forza, chi correva più veloce, chi teneva il ritmo del gruppo. Alla fine siamo stati perfetti, un trionfo di squadra».
E sull’Audiovideo Test: «È stata come sempre una notte folle, massacrante e divertente. C’era chi alle due del mattino balzava sul tavolo con la soluzione giusta, urlando a squarciagola “Ce l’ho!!!!”. E chi ha perso ore e ore ad ascoltare una frase di un noto politico locale, oltretutto di Piazza (Raffaele Costa, ndr) senza poi venirne a capo. Abbiamo riso da matti, come sempre, mentre l’alba sorgeva sull’Asp. Alla fine ci siamo piazzati secondi, va bene così. Ma il successo in questa prova sarebbe il premio più bello per le tante persone che insieme hanno vissuto la notte più lunga e divertente del Palio».
Un pensiero speciale va al maestro priore Leonardo Degrandis e ai vari capitani e priori: «Leo è stato bravissimo: tenere insieme Rioni, prove, pubblico, regole e tempistiche non è facile. È stata un’edizione in cui, anche quando c’erano discussioni, è bastato riunirsi un attimino e risolvere tutto tra sorrisi e strette di mano».
Guardando al futuro, il capitano lancia anche un messaggio che va oltre la vittoria. «Il mio sogno – spiega – è rivedere un Palio con tutti i rioni presenti, perché solo così si può dire davvero che a correre è tutta Mondovì. Vincere è sempre bello, ma vincere contro tutti, con la città intera rappresentata, avrebbe un gusto speciale. Sarebbe il segno che il Palio non è solo competizione, ma la festa più grande della nostra comunità».
Il trionfo non poteva che concludersi con il consueto carosello di auto, clacson e bandiere sventolanti fino a piazza Maggiore. Lì il rito più atteso: la foto notturna sotto la chiesa della Missione. «È la mia sesta foto da capitano con il Palio tra le mani – dice Rizzi –, ma ogni volta l’emozione è identica alla prima. In queste 12 edizioni ho visto tanti volti cambiare e bambini diventare giovani uomini. Certo è sempre difficile coinvolgere persone, ma accanto a me ci sono “veterani” che mi aiutano e conoscono ogni logica del Palio, e al loro fianco “new entry” che arrivano con energia e voglia. Grazie a tutti quelli che hanno partecipato, a chi si è allenato ed ha fatto ben più di una gara, a chi si è messo in gioco… il cuore di Piazza batterà sempre».
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