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Auto elettriche, bonus solo a chi abita nelle grandi città. Monregalesi esclusi?

Previsti 600 milioni di euro, ma i fondi saranno accessibili solo ai residenti delle città con oltre 50 mila abitanti. Uncem: “Così si creano nuove disuguaglianze”

Auto elettriche, bonus solo a chi abita nelle grandi città. Monregalesi esclusi?

Foto didascalica creata utilizzando il supporto dell'AI

Dal 15 ottobre scatteranno i nuovi incentivi per l’acquisto di auto elettriche legati alla rottamazione di veicoli fino a Euro 5. Ma la misura, del valore complessivo di 600 milioni di euro, sarà accessibile soltanto ai cittadini residenti in aree urbane con almeno 50mila abitanti e nelle zone limitrofe a forte pendolarismo. Una scelta che, secondo Uncem, rischia di lasciare esclusa gran parte del Paese.

Il presidente Marco Bussone non usa mezzi termini: «Riservare i bonus solo a chi vive in città non è logico. L’Italia è un Paese policentrico, dove grandi centri urbani e territori rurali e montani sono legati da rapporti stretti. Limitare l’accesso agli incentivi significa abbandonare intere comunità. Serve subito un correttivo da Governo e Parlamento».

In Granda, ad esempio, il bonus potrebbe essere accessibile solo ai residenti di Cuneo città, escludendo di fatto tutti gli altri comuni, dalle altre sei sorelle, tra cui Mondovì, ai piccoli centri di pianura fino alle vallate alpine. Una decisione che restringe fortemente le opportunità per i cittadini, soprattutto in quelle aree dove la mobilità privata rappresenta l’unica possibilità concreta di spostamento quotidiano.

 

Cosa prevede il decreto?

 

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha adottato il decreto attuativo che regola gli incentivi a fondo perduto per l’acquisto di veicoli elettrici. L’intervento è destinato a persone fisiche e microimprese con residenza o sede legale nelle aree urbane funzionali (città oltre i 50.000 abitanti e area di pendolarismo). 

L’iniziativa, finanziata con risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza mette a disposizione 597 milioni di euro. 

L’obiettivo è favorire il rinnovo del parco circolante con veicoli a zero emissioni, contribuendo alla riduzione dell’inquinamento urbano e al miglioramento della qualità dell’aria. Per accedere al contributo, sarà necessario rottamare un veicolo termico fino a Euro 5. 

“Con questo nuovo schema di incentivi”, ha dichiarato il ministro Gilberto Pichetto Fratin, “vogliamo accelerare la transizione anche nel settore della mobilità privata e commerciale, supportando concretamente cittadini e piccole imprese nei contesti urbani più esposti all’inquinamento. Grazie al PNRR, mettiamo in campo risorse importanti per favorire la diffusione dei veicoli a zero emissioni e contribuire a città più pulite e vivibili. Il sostegno è calibrato per chi ha redditi più bassi e per le microimprese, perché la transizione deve essere sostenibile anche dal punto di vista sociale”.

L’incentivo sarà riconosciuto alle persone fisiche per l’acquisto di un’auto elettrica (categoria M1), con un contributo di 9.000 o 11.000 euro in base al valore ISEE; alle microimprese, per l’acquisto di veicoli elettrici commerciali (categorie N1 e N2), fino a un massimo di 20.000 euro per veicolo, nel limite del 30% del prezzo di acquisto e nel rispetto della normativa “de minimis”.

Le richieste saranno gestite tramite una piattaforma informatica dedicata, sviluppata da Sogei, che consentirà la registrazione dei beneficiari, dei venditori aderenti all’iniziativa e la generazione dei bonus. Il contributo sarà erogato sotto forma di sconto diretto in fase di acquisto.

Le modalità operative e la data di apertura della piattaforma per l’accesso agli incentivi saranno comunicate con apposito avviso sul sito istituzionale del Ministero: www.mase.gov.it.

Il ministro Gilberto Pichetto ha presentato la misura come un passo decisivo per accelerare la transizione ecologica, ridurre l’inquinamento urbano e migliorare la qualità dell’aria. Ma per Uncem il rischio è che la transizione finisca per accentuare le disuguaglianze tra chi vive in città e chi invece abita nelle zone marginali.

«Il PNRR non può creare nuove sperequazioni – incalza Bussone –. Le colonnine di ricarica non bastano: serve equità, altrimenti l’Italia viaggerà a due velocità».

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