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La notte in cui il 17 enne Simone Giannelli incantò il Pala Manera

Partita da predestinato del palleggiatore più forte del mondo di fronte al Vbc (che però vinse)

La notte in cui il 17 enne Simone Giannelli incantò il Pala Manera

Il giovane Simone Giannelli in maglia Itas Trentino nel 2014. Foto Cristian NX - Wikicommons

Dopo un'altra domenica di passione, l'Italvolley ha scritto una pagina leggendaria della sua storia conquistando il quinto titolo mondiale, il secondo consecutivo, vincendo di fronte a milioni di appassionati e tifosi incollati alla tv domenica pomeriggio. Battuta la Bulgaria di Chicco Blengini (torinese "made in Vicoforte") nella finalissima di Pasay City e incredibile doppietta azzurra dopo il trionfo delle ragazze di Velasco tre settimane fa. 

Se Alessandro Michieletto è stato eletto Mvp del torneo, il miglior palleggiatore, ancora una volta, è stato incoronato Simone Giannelli. La stella della Nazionale di Fefè De Giorgi aveva vinto il titolo di miglior giocatore dei Mondiali tre anni fa in Polonia. Per lui un altro alloro, un'altra medaglia d'oro, un'altra, ennesima, dimostrazione di classe assoluta (da rivedere l'incredibile salvataggio-alzata contro il Belgio ai quarti di finale, considerato da tutti "la giocata" del Mondiale). Giannelli è ormai a soli 29 anni nel tempio delle leggende dello sport italiano. 

QUANDO VENNE A INCANTARE AL PALAMANERA

Simone Giannelli è cresciuto nel floridissimo vivaio del Trentino Volley e nella gelida notte di sabato 18 gennaio 2014, l'allora diciassettenne palleggiatore entrò al Pala Manera con i suoi compagni di Trento (una sorta di "squadra B" giovanile) per il campionato di Serie B1 al cospetto del Vbc Mondovì di Mauro Barisciani. Una partita che non è certo finita negli annali, ma per quei (non molti) presenti il giovane e ancora sconosciuto alzatore trentino regalò una prestazione entusiasmante firmando la bellezza di 12 punti (score clamoroso per un palleggiatore) e orchestrando con classe una squadra giovanissima in cui militavano altri talenti visti in Serie A e in Nazionale come Cavuto, Nelli, Buzzelli, Polo. Chi scrive è lo stesso giornalista de "L'Unione" che seguì la partita per il giornale seduto sul mitico tavolo del segnapunti che troneggiava epoche fa al palazzetto. All'ennesimo colpo di classe, sul taccuino apparve un "Ma quanto è forte 'sto Giannelli!?". Una frase di ammirazione scritta di getto più che un appunto "tecnico" sul match. Ma tutti gli appassionati sui gradoni del Pala Manera si accorsero che quel ragazzo aveva qualcosa di speciale. 

L'appunto originale della partita Vbc-Trento del 18 gennaio 2014, B1

Poi alla fine, quel match venne vinto dal Vbc di quei "marpioni" di Parusso, Cortellazzi, Longo e Menardo (sì, proprio il capitano attuale). Troppo forti anche per Simone Giannelli...

E un altro campione del mondo trovò, in una partita discretamente importante, il Vbc Mondovì sulla sua strada. Nella semifinale di Coppa Italia di A2 2018-19, i biancoblù di Fenoglio affrontarono Bergamo. L'opposto orobico era un certo Yuri Romanò: nel quarto set, un grande Vbc si portò sul 13-10. Poi iniziò il turno al servizio proprio di Romanò: quando finì il punteggio era 19-13 per i suoi. Una tempesta tropicale di battute come quella di ieri contro i bulgari. Diverso contesto, stesso risultato. Quando le nostre storie incrociano la strada con la Storia.

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