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11 Ottobre 2025 - 10:15
Stop all’utilizzo di denominazioni come “hamburger” o “bistecche” per i prodotti vegetali, apertura all’etichetta d’origine su tutti i cibi, preferenza dei prodotti di origine comunitaria e locale in mense e appalti pubblici, introduzione di contratti scritti obbligatori all’interno delle filiere agroalimentari considerando anche i costi di produzione nella fissazione dei prezzi.
È il risultato del voto della plenaria del Parlamento Europeo che ha approvato le modifiche al Regolamento sull’Organizzazione Comune dei Mercati (Ocm) accogliendo le richieste di Coldiretti e bocciando la linea del compromesso al ribasso sposata dal Copa Cogeca.
«Un passo avanti importante per rafforzare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare per il quale ringraziamo tutti gli europarlamentari che hanno sostenuto le proposte che abbiamo avanzato assieme alle altre organizzazioni agricole di Francia, Spagna e Portogallo, a partire dalla relatrice Celine Imart» sottolinea il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini.
L’introduzione rapida di norme per tutelare le denominazioni dei prodotti a base di carne e contrastare il “meat sounding”, ossia l’uso di nomi come “burger” o “salsiccia” per prodotti vegetali o sintetici, è una battaglia che Coldiretti porta avanti da anni e che andrà a proteggere i consumatori da pratiche ingannevoli e a rafforzare il settore zootecnico europeo.
Importante anche l’apertura all’estensione dell’etichetta d’origine a tutti i settori, che va nella direzione della proposta di legge di iniziativa popolare sostenuta da Coldiretti. Anche il voto sull’obbligo dei contratti scritti sostiene la battaglia portata avanti in questi anni dalla Coldiretti contro le pratiche sleali per garantire un giusto reddito alle aziende agricole, senza che siano costrette a vendere sistematicamente i loro prodotti al di sotto dei costi di produzione.
Una battaglia di cui la grande mobilitazione contro il crollo delle quotazioni all’origine del grano duro delle scorse settimane è stato solo l’ultimo esempio. Non a caso nel testo varato dal Parlamento Ue si riconosce anche la necessità di tenere conto dei costi di produzione nella fissazione del prezzo pagato all’agricoltore.
La revisione del Regolamento Ocm dovrà ora passare al voto del Trilogo, ma il voto del 10 ottobre rappresenta un segnale politico di grande rilievo per la sostenibilità delle aziende agricole e per rafforzare sovranità e sicurezza alimentare dell’Ue, in un contesto di tensioni commerciali e incertezze sul futuro quadro finanziario europeo.
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