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26 Settembre 2025 - 15:53
Il prezzo del grano duro è crollato a 28 euro al quintale, con un calo del 30% in un anno, tornando ai livelli pre-guerra in Ucraina, mentre i costi di produzione sono aumentati del 20% dal 2021. Un chilo di pasta oggi viaggia sui 2 euro, ma agli agricoltori vengono riconosciuti appena 28 centesimi al chilo di grano. E’ quanto hanno denunciato da nord a sud dell’Italia i 20 mila agricoltori di Coldiretti che sono scesi in piazza per dire basta ai trafficanti di grano che schiacciano il prodotto nazionale sotto i costi di produzione, costringendo le imprese agricole a lavorare in perdita e spingendo sempre più sulle importazioni estere.
Il Piemonte è vocato alla coltivazione di grano tenero e conta quasi 79 mila ettari, ovvero oltre il 13% del totale della superficie italiana, più di 11 mila aziende ed una produzione media di circa 4 milioni e mezzo di quintali, il 9% rispetto al dato italiano.
“Serve dare dignità agli agricoltori, rispettando la legge sulle pratiche sleali che vieta la vendita sotto i costi di produzione – spiega Mauro Bianco, presidente di Coldiretti Alessandria e membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega territoriale al settore cerealicolo -. In Piemonte, dall’estate del 2020 quando, con il Consorzio Agrario del Nord Ovest, è partito il progetto di filiera Gran Piemonte è stata offerta una valida opportunità per le aziende cerealicole che hanno potuto migliorare la loro prospettiva di reddito, grazie alle importanti premialità previste dai contratti rispetto alle quotazioni di borsa, ed anche una garanzia di sicurezza e tracciabilità a fronte delle importazioni di grano tenero dall’estero che non rispetta i nostri standard qualitativi. I numeri sono cresciuti notevolmente e ad oggi, alla vigilia con l’autunno del sesto anno di semine, hanno aderito, nell’ultima campagna, oltre mille aziende su tutto il territorio, per una superficie di 9800 ettari ed una produzione di 420 mila quintali, ovvero oltre al 12 % della superficie piemontese”.
“Le manovre speculative sui prodotti alimentari sono sotto gli occhi di tutti. È evidente ancora una volta quanto sia fondamentale ridurre sensibilmente la dipendenza dall’estero e badare alla sovranità alimentare scegliendo la via dei progetti di filiera – affermano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. E’ preoccupante che ben 7 milioni di quintali di grano tenero dall’estero finisca in Piemonte e diventi cibo consumato in gran parte da bambini ed adolescenti. Per questo ci sono margini di crescita ulteriori del progetto Gran Piemonte al fine di rilanciare il comparto cerealicolo piemontese e fronteggiare le importazioni selvagge a tutela della nostra società. E’ una battaglia per la salute e per la sovranità alimentare. Tutelare gli agricoltori vuol dire tutelare i cittadini”.
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