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17 Ottobre 2025 - 07:45
Foto didascalica creata utilizzando il supporto dell'AI
Tre italiani su quattro hanno fiutato il pericolo: il cibo – bene primario, identitario, quotidiano – rischia di diventare l’ennesima moneta di scambio nelle mani delle grandi potenze finanziarie. Non più solo speculazione su dati, energia e armi, ma sul pane e sul latte.
Secondo Coldiretti Piemonte, il rischio è concreto: la produzione di cibo potrebbe finire nelle mani di poche potenze finanziarie globali, trasformando l’alimentazione in un affare per oligarchi. È quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Censis diffusa in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, che quest’anno coincide con l’80° anniversario della FAO.
Per l’organizzazione agricola, dietro il luccichio dell’innovazione si nasconde una deriva pericolosa:
“La diffusione del cibo artificiale – spiegano la presidente di Coldiretti Piemonte Cristina Brizzolari e il delegato confederale Bruno Rivarossa – pretende di rimuovere agricoltura e allevamento dalla realtà umana.”
Una prospettiva che preoccupa gran parte degli italiani: quasi due su tre (64%) la considerano una minaccia per la salute.
Secondo Coldiretti, il rischio è che si ripeta lo schema del digitale: poche élite che concentrano potere economico, politico e culturale anche nel settore alimentare.
Un futuro in cui il cibo non nasce più dalla terra, ma dai laboratori di chi ha i capitali per brevettarlo.
Per l’organizzazione, la posta in gioco è alta. Non si tratta solo di difendere il made in Italy, ma la sovranità alimentare stessa: chi controlla il cibo, controlla le persone.
La Coldiretti denuncia un sistema che rischia di svuotare le campagne, cancellando il lavoro degli agricoltori e la biodiversità costruita nei secoli.
“Coltivare non deve diventare sinonimo di speculare” – è il messaggio che arriva dalle sedi piemontesi dell’organizzazione.
Nella visione di Coldiretti, il ritorno a un’alimentazione naturale passa anche da stili di vita più sani.
Nonostante le raccomandazioni mediche, un’indagine Ixè mostra che molti italiani faticano ancora a consumare frutta e verdura in quantità adeguata.
E a peggiorare il quadro, c’è la sedentarietà: secondo la Fondazione Aletheia, l’inattività costa al Paese un miliardo di euro l’anno.
Nella Giornata mondiale dell’alimentazione, Coldiretti rilancia il proprio impegno a fianco del mondo dello sport e delle comunità locali.
L’obiettivo è chiaro: preservare il valore del cibo vero, frutto di lavoro, terra e tradizione, contro l’omologazione di laboratorio.
“Non possiamo permettere che il futuro dell’alimentazione venga deciso da chi non conosce l’odore della terra,” avverte Coldiretti.
Un messaggio che suona come un monito, ma anche come una chiamata alla responsabilità collettiva:
il cibo non è solo nutrimento — è libertà.
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