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«Speriamo nella pace in Medioriente, sempre sorretta dalla giustizia»

L’Associazione “Servi inutili” di Ceva valuta la tregua

«Speriamo nella pace in Medioriente, sempre sorretta dalla giustizia»

Foto AFP/Sir

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

È buona notizia che una parte consistente della società, stanca della complicità dei governi occidentali, scenda in piazza per dire che questo non è il mondo che vogliono per i loro figli, disumano, opprimente verso i più deboli. Le proteste hanno inciso sui politici che contano, sempre attenti ai loro consensi, per raggiungere questo accordo di tregua.
Gesù si è sempre schierato dalla parte degli ultimi, lottando contro le ingiustizie e contro gli oppressori, e questa è stata la sua condanna.
Anche noi oggi ci troviamo a scegliere. C’è ancora un terzo polo che rappresenta la maggior parte della società: ha il profilo di quelli che vedono e sanno che non è giusto, se ne lavano le mani, non prendono posizione perché prendere posizione a favore dei più deboli è scomodo. Forse lo fanno perché hanno paura, non vogliono perdere privilegi, non vogliono fastidi, non si informano, sono vittime della propaganda?

L’indifferenza è il peggiore male della nostra società ed è una colpa grave perché il silenzio rende complici. Dante colloca gli ignavi nell’Antinferno, un luogo senza appartenenza, perché non li reputa neppure degni dell’Inferno. Nei talk televisivi, sulla questione palestinese, si nota tanta ignoranza storica: conclamata o voluta per irretire?

Certamente, anche se vi sono dei punti oscuri, l’esecrabile pogrom del 7 ottobre è da condannare senza attenuanti, perché la lotta per la liberazione non è giusta se causa delle stragi.
Il colonialismo, le violenze, le oppressioni verso il popolo palestinese risalgono a più di un secolo fa. Nel 1948 c’è stata la prima “nakba”: 750.000 palestinesi sono stati cacciati dalle loro terre, ed ancora oggi sono profughi senza terra. Le vessazioni nei confronti dei palestinesi sono continuate, fino ai giorni nostri. Oltre al massacro di Gaza, al colonialismo violento della Cisgiordania, organizzazioni umanitarie dicono che c’è apartheid, razzismo e suprematismo nei confronti degli arabi.

Per capirne di più, consiglio la lettura del libro di Ilan Pappè, uno storico israeliano: “Brevissima storia del conflitto tra Israele e Palestina dal 1882 ad oggi” (Fazi editore).

Speriamo che la tregua si trasformi presto in pace, ricordando però che non può esserci pace senza giustizia. Occorrerà monitorare la situazione per evitare, come è già successo, che una banale scusa faccia saltare il cessate il fuoco.

Invito il bellissimo popolo non violento delle piazze a continuare a manifestare anche per il Sudan, per l’Ucraina, per tutte le ingiustizie, nel mondo e in Italia.

Ci ritroveremo giovedì 6 novembre, per la lettura del Vangelo, alle ore 20,30, nei locali della Biblioteca comunale a Ceva.

Mario Regis

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