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Gelo estremo in montagna: «Basta scarpe da ginnastica, meglio rinunciare all’escursione»

Il Soccorso Alpino avverte gli escursionisti: “Con questo freddo anche i sentieri facili diventano pericolosi. Meglio rinunciare all’uscita che mettere a rischio la vita (propria e dei soccorritori)”

Gelo estremo in montagna: «Basta scarpe da ginnastica, meglio rinunciare all’escursione»

In questi giorni la montagna si è vestita d’inverno sul serio. Le previsioni parlano chiaro: in quota si potranno toccare temperature decisamente sotto lo zero. Una situazione che, accanto al fascino del paesaggio ghiacciato, porta con sé rischi molto concreti per chi decide di mettersi in cammino.

In un post molto chiaro, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico – CNSAS avverte: il freddo intenso favorirà la formazione di ghiaccio “invisibile”, soprattutto su sentieri e strade innevate che, a prima vista, possono sembrare ben battuti e innocui. In realtà, con queste condizioni, aumenta in modo significativo il rischio di scivolate e cadute, anche su percorsi classificati come facili.

 

 

Il messaggio è diretto: con queste temperature anche le gite più tranquille cambiano improvvisamente livello di difficoltà e possono trasformarsi in situazioni pericolose, soprattutto per chi è poco esperto o sottovaluta le condizioni meteo. Per questo il CNSAS invita tutti i frequentatori della media e alta montagna a evitare l’improvvisazione e a mettere al primo posto la prudenza.

 

Il primo segnale concreto di responsabilità è l’equipaggiamento. Vanno bandite, senza mezzi termini, le scarpe da ginnastica, le calzature a suola liscia e gli scarponcini estivi: con gelo, neve e ghiaccio sono semplicemente inadatti. Servono scarponi invernali seri, con suole adatte a neve e superfici ghiacciate; in base al percorso, vanno valutati anche ramponi, ramponcini o altri sistemi antiscivolo.

 

 

Il Soccorso Alpino sottolinea un concetto che molti commenti al post riprendono con forza: se ci sono dubbi sulle condizioni del percorso o sulla propria attrezzatura, la scelta più sensata resta rimandare l’escursione o informarsi in modo molto approfondito prima di partire. Meglio una gita rinviata che una chiamata di emergenza.

 

 

Tra le reazioni al post, diversi utenti ricordano come questi avvisi spesso arrivino alle persone che già rispettano la montagna, mentre i più sprovveduti tendono a informarsi poco o nulla. Altri sottolineano il peso che ogni incidente ha sul sistema: soccorritori esposti al rischio, elicotteri impegnati, ospedali sotto pressione, mentre c’è chi invoca persino l’idea di far pagare caro i soccorsi a chi si comporta in modo imprudente.

Il cuore del messaggio del CNSAS resta semplice e potente: la montagna d’inverno è meravigliosa, ma non è un luna park. Va vissuta con rispetto, preparazione e consapevolezza. E a volte, il gesto più intelligente e responsabile è proprio quello di restare a casa e aspettare condizioni migliori.

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