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La musica non vive senza live: band e artisti vogliono palchi, non solo streaming

Il "Contest Y" ha riportato le band giovanili on stage

La musica non vive senza live: band e artisti vogliono palchi, non solo streaming

I Fusione a Cera Persa, una delle band inaliste del Contest Y: un evento che ha riportato le band giovanili on stage

C’è stato un tempo, non lontano (o forse sì?), in cui anche in questa zona i festival per le band giovanili erano una secchiata.

La serata finale del “Contesy Y” a Mondovì, mercoledì 23 luglio, è stata distrutta dall’acquazzone. Il palco era sommerso dall'acqua, il quadro elettrico era saltato, l'impianto luci "a bagno": gli organizzatori non hanno potuto fare altro che accettare lo stato di fatto e annullare la serata. Tutto finito? Ma nemmeno per sogno.

Cosa lascia il “Contest Y” a Mondovì? Due cose. Primo, i numeri: quasi venticinque band o artisti che per tre sere hanno dato il loro massimo, quasi tutti con brani inediti. Secondo, quello che hanno detto tutti o quasi: che oggi, in provincia come in regione, la musica soffoca senza palchi su cui suonare.

E la testimonianza di questo sta nella frase che tanti fra di loro, soprattutto i solisti, hanno detto: «Questa è la mia prema data live». Oppure: «Questa è l’unica data di quest’estate», se non addirittura dell’anno. E non si parla di novellini: ma, spesso, di ragazzi e ragazze che suonano da quattro, cinque, otto anni. Com’è possibile? C’è stato un tempo, non lontano (o forse sì?), in cui anche in questa zona i festival per le band giovanili erano una secchiata. Mondovì aveva i suoi festival (“Rumore”, “Tracce sonore”, eccetera), ma poi c’era il Nuvo, c’era il “Freak Out”, c’erano tanti locali.

I Devalle, tra i finalisti, duo voce-chitarre tra cantautoriale e rock acustico

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Non è questione di genere: va bene tutto, che sia rock, folk, acustico, rap, pop, metal. Non è nemmeno questione di originalità: anche le cover band, che per un po’ sembrava avessero intasato la scena, stanno sparendo o fanno fatica.

Al “Contest Y” di Mondovì c’erano musicisti, cantanti, band, da ogni dove: da ogni angolo della provincia di Cuneo, da Torino, dalla Liguria. E non è per il premio – per quanto i ragazzi di Y Events, Geo, Boe e Elena, abbiano messo in premio niente male: palio un pacchetto di ore di registrazione in uno studio professionale, che è tanta roba –, no: per suonare. Tra i concorrenti, accanto agli esordienti veri (che comunque è sempre bello vedere e sentire) c’erano artisti dotati di talento vero, musicisti con una perizia mostruosa e cantanti con una voce incredibile (quest’anno come lo scorso anno), band che sapevano unire impatto e originalità. Gente, insomma, che ti aspetteresti che calchi un palco più volte l’anno. Invece no: «Questa è la prima data di quest’anno», «Faccio musica da anni ma è la prima volta dal vivo». Certo, i loro brani sono sulle piattaforme streaming, magari anche con tanti ascolti. Ma la musica vive di palchi. Di live. Di applausi.

Gli Invidia, heavy-alternative e stoner, fra i finalisti del Contest Y

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Sono loro stessi a dirtelo: «Non riusciamo a trovare un posto dove suonare». Questo accresce ancora di più il valore di ciò che è stato fatto qua: dare un palco – e che palco! – a chi ha fame di salire on stage. Di portare la sua musica, di “spaccare”. Pur sapendo che si trattava di un contest, di esibirsi davanti a una giuria. Mica facile. Il “Contest Y” l’anno scorso ha esordito come una scommessa: come andrà? Finirà tutto dopo un anno? Ce la faremo? Un vero lancio di dadi. Ma a volte i dadi cadono col numero giusto. Questo evento ha centrato il bersaglio, non una ma due volte.

Anche perché, ora più che mai (e soprattutto dopo gli anni in cui gli eventi dal vivo sono stati spazzati via dal lockdown: concerti, e non solo), non è solo indispensabile ritrovare occasioni di aggregazione sana, come un concerto: è diventato altrettanto necessario rieducare il pubblico alla musica dal vivo. Far capire, soprattutto ai più giovani, che la musica è innanzitutto questo: strumenti, microfoni, cantanti, musicisti e un palco. E non (solo) uno streaming. Che la musica la si può sentire anche sul telefono, certo... ma non solo. Che la dimensione della musica - qualsiasi tipo di musica -, nel corso della storia, è sempre stata "dal vivo". Che sia un teatro, una festa in piazza, un mega evento, un contest. Non si può tornare ad avere un'audience, se non si torna a dare chance di guadagnarsela. Non vogliamo solo un altro "Contest Y": ne vogliamo dieci, cento, mille.

Kappa El Santo, rapper, tra i finalisti del Contest, che aveva già partecipato lo scorso anno

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Quando verrà recuperata la data finale? Ancora non si sa, dicono gli organizzatori, forse a settembre. Bisogna trovare una location, sincerarsi che i nove finalisti (che, ripetiamo, vengono anche da lontano) possano partecipare. Ma ci sarà. E il “Contest Y”, ce lo auguriamo di cuore, tornerà.

Maik DelleBaracche, uno dei finalisti della serata trap

Maik DelleBaracche, uno dei finalisti della serata trap

Il contest cerca contributi:

Il Contest Y  è organizzato dall'associazione Y Events APS ETS nell'ambito della manifestazione Doi Pass. L'evento gode del sostegno dell'associazione La Funicolare e della Fondazione CRC e del patrocinio del Comune di Mondovì e di Confcommercio del monregalese.  Attualmente è aperta una campagna di raccolta fondi per sostenere il progetto: si può dare il proprio contributo all'associazione sul sito https://www.eppela.com/projects/12129.
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